Articoli in Accessori Pesca

Petizione Firmware Go-pro: 127° per la 720p

Pubblico volentieri la richiesta di petizione dell’amico Paolo.
Paolo è uno che fa le cose per bene, quindi potete fidarvi tranquillamente.

GoPro HDCercando ottiche sostitutive per la gopro che chiudessero l’angolo di ripresa mi sono imbattuto in vari forum americani di altri sport dove lamentavano il “problema” dell’angolo troppo spinto.
In uno in particolare si parlava della differenza tra la ripresa r5 e le altre impostazioni con il cambio di angolo da 127° a 170°.
Quindi si è parlato della possibilità di poter far rilasciare da parte della gopro un firmware per dare la possibilità per chi lo volesse di poter registrare con angolo di 127 gradi anche nelle altre impostazioni. In particolare la 720p per la 1080 e la 960.
In casa gopro sono convinti che le impostazioni originali siano le più usate, quindi secondo loro non ha senso fare un nuovo firmware per poche persone.
Perciò è nata questa petizione per poter prendere più firme possibili e convincerli che in realtà non siamo così pochi…oltre ai possibili acquirenti che potrebbero avere da parte di altri sport che avevano sottovalutato.
La possibilità ci sta ma ci vogliono quante più firme possibili!!
Non costa nulla : )
Grazie!!!

La cintura di Impero

Non è il nome di una costellazione come quella di Orione, ma un accessorio nuovo per ospitare zavorra ideato da Impero Delle Donne, amico ma anche istruttore e pescatore d’esperienza ben conosciuto nel Salento. Un giorno, fra i tanti accessori esposti nel suo negozio, vidi un’oggetto strano per me sconosciuto fino a quel momento, consiste in una classica cintura dove è stata applicata sul posteriore una parte in neoprene con tasche portapesi che gira sotto il cavallo e si aggancia davanti.

Cioè è come uno schienalino ma poggiato sui glutei, sembra quasi una mutanda porta pesi ma non lo dico perchè a Impero non gli piace questa definizione, in realtà un nome originale  ancora non c’è ma questo ora poco importa. Sicuramente però è interessante capire il perchè e la storia di questo accessorio.

Prova: Seatec Subskin Gel 200

Seatec Subskin Gel 200Il problema è sempre quello: la vestizione e la svestizione invernale della muta.
Di solito, durante la stagione fredda, indosso la muta a casa, così da non dover soffrire il freddo del primo mattino. All’uscita dall’acqua, a seconda delle condizioni meteo, decido se spogliarmi subito e indossare la tuta in pile che mi sono portato dietro, oppure indossare sopra la muta una giacca e un pantalone impermeabile, per non bagnare il sedile della macchina, e spogliarmi a casa.
Per quanto riguarda la vestizione ho sempre utilizzato una miscela di acqua calda e sapone ultra delicato per bambini, tranne per un certo periodo in cui utilizzavo l’Olio Johnson puro oppure diluito in acqua. L’Olio Johnson era quasi perfetto: permetteva una vestizione comoda, lasciava la pelle morbida, migliorava il potere termico della muta ed era totalmente anallergico. Purtroppo dopo un certo periodo di utilizzo ha saturato le cellule aperte della muta in spaccato interno, fino a farla puzzare tremendamente.
La saponata invece, benché permettesse una vestizione comoda, a volte mi creava dei piccoli sfoghi allergici e soprattutto “raffreddava” la muta nel tragitto da casa al mare. Così mi sono deciso a provare il Gel Subskin Seatec, prodotto specifico per la vestizione della muta.
Devo dire che, utilizzato in abbondanza all’interno della muta, la vestizione è davvero comoda e veloce. Ho spalmato un po’ di gel nelle braccia e nel collo per agevolare la manovra e in questo modo ho indossato la mia giacca seac da 7 mm. in pochi secondi e senza difficoltà. Nel tragitto da casa al mare non ho provato freddo o altri fastidi, la svestizione è stata semplice e, a quanto pare, i cattivi odori sono stati contenuti.
Sembrerebbe il prodotto perfetto, ma ha alcuni difetti. Prima di tutto bisogna abbondare. Ho provato ad indossare i pantaloni della muta mettendo poco prodotto, ma ho dovuto ripetere la manovra. Per un lavoro ben fatto bisognerebbe rovesciare la muta e spalmare il prodotto uniformemente, ma così diventa troppo complicato.
Altro difetto: non va d’accordo con i peli, problema che affligge particolarmente noi sardi (ed io non sono neanche così messo male). Ho l’impressione che su una persona completamente depilata funzionerebbe a meraviglia, ma non è il mio caso.
Ultimo difetto, il più importante, riguarda il prezzo. Io ho pagato 7,5 € la confezione da 200 ml, che non è una grande cifra, ma se si considera che ho dovuto utilizzare più di mezza confezione per indossare la mia muta si capisce che la cosa non è tanto conveniente. Ora che ho capito quali sono le dosi giuste, credo,  per la prossima voltadovrei riuscire ad utilizzarne un po’ meno. Sarebbe stata tuttavia opportuna una confezione da mezzo litro, a un prezzo più conveniente.

Borsone Seac Sub U-boot

seac-u-boatUn saluto e un augurio di buon anno a tutti i lettori del blog.

Protagonista della prima recensione del 2011 è un prodotto dell’azienda del settore Seac Sub: sto parlando del borsone stagno U-Boot, nome che deriva dai sommergibili della marina teutonica…

Il suddetto borsone è per l’appunto stagno, ovvero non consente, una volta sigillatto grazie all’apposito tappo in silicone, il passaggio dell’acqua, sia in entrata che in uscita.

L’esigenza di un borsone che possedesse una tale caratteristica è nata dal fatto che la mia precedente borsa porta attrezzatura, un ottimo zaino freeshark di generose dimensioni in cui ci entra poprio di tutto e disseminato di tasche per ogni evenienza, una volta riempito con l’attrezzatura ancora bagnata, lasciava defluire l’acqua all’esterno (questo perchè presenta ben quattro fori di scarico) e quindi il rischio di bagnare anche gli interni dell’auto, mia o del mio compagno di pesca, era abbastanza alto, problematica che tuttavia avevo risolto prendendo apposite precauzioni; ma non avevo risolto un altro problema: una volta bagnato restava tale, benchè si trattasse di uno o al massimo due giorni; e poi c’era ancora l’ingombro non indifferente a renderne un pò problematico il facile utilizzo…

Fabio: Scooter e gommoncino, una valida alternativa al gommone

Articolo di Fabio Mura

gommoncinoUno dei problemi delle zone dove io pesco è che poter raggiungere in gommone determinate zone di pesca devo fare anche 15 miglia di navigazione dallo scivolo più vicino, in alternativa posso anche  arrivarci tranquillamente davanti in macchina e poi raggiungere i posti con l’aquascooter,  però queste zone sono comunque a largo e andare li con uno scooter e boetta non è il massimo, anche perche, oltre all’apprensione dovuta al fatto che una boa in mezzo al mare è di sicuro inaspettata dai naviganti,  è necessario avere appresso un po’ di tutto. Gia qualche anno fa si vedevano in giro plancette autocostruite e anche le prime di serie, tutte molto belle ma non adatte alla mia idea, che era quella di portarmi appresso tre fucili, il gps, l’igloo, e altro. Un giorno di agosto, zona Palau, decisi di sera di andare a visitare a nuoto un posto, semi sicuro dalle eliche, ma per non sbagliare, visto che portavo appresso un amico a fare da spettatore organizzammo una canoa della sevylor a 2 posti  con issata la bandierona sub e con il compito dell’amico al trascinarla appresso con qualche metro di sagola, dentro ci buttai il 110 e via, la canoa scivolava a meraviglia e come boa era più che vistosa, dopo un paio d’ore, l’amico non stava bene e lo feci salire in canoa, tirandomelo dietro al rientro, e notai che la canoa era molto leggera da tirare pur  con un carico di 80 chili… Finite le vacanze, pensavo a questa situazione ed al fatto che avrei potuto utilizzare una canoa non grande al posto della boa. Iniziai a spulciare  il sito della sevylor per vedere le canoe monoposto che potevano fare al caso,  fino a quando non mi imbattei nella plancetta dei sogni, in pratica un gommone di 119 x 70 cm per la tenuta di 75 chili, rapida ricerca on line e la ordino. Dopo qualche uscita iniziai  a delineare meglio come allestire l’attrezzo.
Considerato che si tratta di  un piccolo gommone acquisto un ancorotto ad ombrello inox di 700 gr, lo corredo di un metro di catena inox molto piccola e poi sagolone  avvolto in avvolgisagola,  questo perchè con maretta non va bene la sagola con un classico chilo di piombo, si consuma sfregando le rocce e ara sulla poseidonia, invece cosi sono a posto.
Ci aggiungo qualche anello in plastica  con fermo elastico, si possono così portare tutti i fucili che ci servono, qualche moschettone e via in mare con lo scooter così atrezzato: Continua…

Plancetta Omer Shardana

Plancetta Omer ShardanaPer quanto possa essere scomoda, ingombrante, fastidiosa da trasportare e limitante dell’azione di pesca, non riesco a rinunciare alla plancetta. Ormai che c’ho fatto l’abitudine, per me è inconcepibile rinunciare alla comodità di andare a pescare senza portarmi dietro… tutto quello che mi serve.
Ho iniziato, come molti credo, con il semplice pallone da sub, per poi passare alla piccola plancetta pneumatica, a quella ricavata da una tavola da body surf e, in fine, ad un plancetta per la pesca sub vera e propria.
A dire il vero il mercato non offre molto. A parte la Shardana della Omer, oggetto di questo articolo, sono disponibili soltanto le costose Sporasub e qualche soluzione in vetroresina abbastanza elitaria, e quindi non per tutte le tasche.
La Shardana è la plancetta rigida dal prezzo più contenuto. L’ho preferita rispetto a una soluzione gonfiabile (molto bella l’Okipa 2 di Best Hunter, che tra l’altro costa anche meno) in quanto, per mia esperienza, le plancette rigide “scivolano” molto meglio nel’acqua. Da questo punto di vista la Shardana si comporta abbastanza bene, anche se devo dire che mi aspettavo qualcosa di più performante.
Le tre derive, due laterali arretrate e una larga anteriore, pensavo servissero per tenere il fondo piatto sollevato dalla superficie dell’acqua. In effetti la plancetta si comporta in questo modo, sempre che non la si carichi troppo. E il “troppo” si fa presto a raggiungerlo. Continua…

Coltello Technisub Mini Zak Beta

Technisub Mini Zak BetaPoco più di un anno fa comprai un Technisub Mini Zac modello Alfa, onesto coltello con i consueti pregi e difetti (qui l’articolo). Pur non essendo particolarmente tagliente, qualche murena sono riuscito a decapitarla, e ad oggi la lama non presenta neanche un puntino di ruggine. Purtroppo la parte seghettata di quel modello serve a squamare il pesce, e l’uncino per tagliare la sagola non è particolarmente efficace.

Così, visto che gli anni passano e l’inquietudine aumenta, mi sono deciso a comprare un secondo coltello, da tenere in cintura, con una lama seghettata decisamente tagliente. Si tratta del modello Beta del Mini Zak, al quale per qualche strano motivo hanno mozzato la punta (technisub ormai produce soltanto materiale per il diving, può darsi che in quell’ambito la testa piatta serva a qualcosa).

Rimedierò certamente con la mola: un abbozzo di punta penso di farglielo.

Modifica dello schienalino Saplast Tortuga

modifica schienalino tortuga 1Ho già recensito un po’ di tempo fa lo schienalino Tortuga di Saplast, giudicandolo un ottimo prodotto (leggi qui). Giudizio condiviso con tanti pescatori subacquei, per alcuni semplici motivi: non si muove quasi per niente, asciuga in un attimo, è decisamente robusto e non si impazzisce con la gestione dei piombi.
Tuttavia ha un difetto abbastanza fastidioso, almeno per me. Mettendo da parte il fatto che un buon atleta (e quindi anche un pescasub) dovrebbe avere le articolazioni sciolte, indossare lo schienalino Tortuga e soprattutto levarselo di dosso comporta una serie di contorsioni per me innaturali. Fastidio che si può anche far finta di non considerare. Il problema vero però è quello della sicurezza. Se ho difficoltà a levarmi lo schienalino all’asciutto, cosa può succedere in acqua, nel malaugurato caso in cui si rendesse necessario scaricare la zavorra nel più breve tempo possibile?
Per questo motivo ho applicato una fibbia a aggancio rapido in plastica nello spallaccio destro, come da foto. Nella circostanza infausta di cui sopra, basterà agire con la mano libera, sganciare la cinghia e lasciare cadere lo schienalino per gravità. In fase di risalita dal fondo potrebbe essere il modo per evitare spiacevoli inconvenienti.