Articoli in Fucili Arbalete

I miei C4 Monoscocca

MONOSCOCCA, O LO AMI O LO ODI! Ricordo ancora il mio primo monoscocca C4;  dopo un notevole investimento economico,da solo, nel mio box di casa lo giravo e rigiravo ammirandolo, era un 100 a filettatura (quelli a pallina non erano ancora in produzione) ponticello in lega asta con tacche. Non vedevo l’ora di provare in acqua questo fatidico cannone aspettandomi chissà quali risultati.

Finalmente arriva il primo giorno, sul gommone ho tutto ciò che serve per bilanciarlo, cioè nastro isolante e piombini da 5 gr opportunamente appiattiti.

Lo metto in acqua, lo osservo affondare, prima ,seconda terza prova, bene penso che così possa andare. Ho montato una coppia di gomme da venti usate che avevo montato su un altro 100. Provo a caricare,  la prima tacca arriva con non poche difficoltà, la seconda neanche a parlarne! Decido di scaricare il fucile e di cambiare la coppia di elastici. Intuendo la possibile difficoltà nel carico ho con me la scorta di elastici da 16 archetti lunghi, archetti corti. Bene con la coppia da sedici e l’archetto lungo carico a seconda tacca, finalmente!

Sgancio, impugnatura e precisione dei fucili


In alcune occasioni, vi siete mai chiesti come sia possibile che un fucile ottimo e allestito a dovere vi faccia sbagliare tanti tiri? Fino a poco tempo fa per me era un mistero, ma la cosa che mi fa più rabbia è che l’inconveniente accade proprio con i fucili più prestigiosi, tuttavia è solo un caso. A questo punto ho deciso di studiare il fenomeno, grazie anche all’arsenale che nel corso degli anni sono riuscito a racimolare.

La prova è stata molto semplice, ho preso due fucili di uguale lunghezza ma di marca e modello diversi, con uno di questi centro 9 su 10 tiri con l’altro invece a malapena 5 su 10, ho quindi usato la medesima asta ed elastici provando a pescare prima con uno e poi con l’altro.

Prova Arbalete Omer Cayman ET 85

Finalmente dopo tanto chiacchiericcio sulla novità di casa Omer un amico, Carlo, mi ha affidato il suo Cayman ET 85 comprato da poco, così ho potuto provarlo e smanettare con gli allestimenti come al mio solito. Tempo fa ne avevo parlato senza averlo provato in questo articolo, oggi possiamo confermare o smentire alcune voci a riguardo.

Intanto guardiamolo da vicino, la forma del fusto è a ellisse, cioè largo e schiacciato, l’impugnatura tipica della linea Cayman comoda e funzionale dal profilo basso. La testata è semplice e dall’aspetto “cattivo”, predisposta per il doppio elastico, direi che esteticamente il fucile si presenta bene, i dettagli e i punti di aggancio sono perfetti. L’asta è incastonata nel fusto, se guardiamo di lato il fucile si vedono solo le pinnette sporgenti.

Ogiva Salvimar Extreme

Extreme, nome azzeccato per questa nuova ogiva a boccole, infatti più estrema di lei non c’è. La salvimar ha letto nel pensiero di molti pescatori e ha finalmente prodotto una ogiva per elastici imboccolati veramente corta, credo che più di così non si può.

Se osservate la foto potete notare il paragone con la “vecchia” ogiva snodata, cioè la Extreme è più corta di quasi 4cm, in pratica senza cambiare elastici ci fa guadagnare 4cm di corsa utile.

Inoltre è ben fatta, molto affusolata e idrodinamica. A fucile carico gli elastici rimangono lontani quanto basta e le boccole non poggiano sull’asta, questo dettaglio secondo me migliora la visibilità dell’asta e quindi il puntamento.

Attenzione però, il ponte d’acciaio è abbastanza spesso, quindi l’uso di questa ogiva è per le aste con perni. Non ho provato con l’asta con le tacche ma dubito sulla sicurezza della tenuta.

Prova Arbalete Seatec Snake 80

Spesso capita che girovagando fra i vari negozi prima o poi l’affare ci esce. Ed è stato così per Il mio ultimo acquisto ossia un’arbalete  SEATEC SHAKE 80 ad un prezzo pressoché ridotto ai minimo termini, essendo un pesca sub di basso fondo non potevo farmi sfuggire tale occasione. Premetto che gli arbalete “SEATEC” hanno sempre destato interesse, in quanto secondo me si collocano fra il prodotto commerciale e quello artigianale.

Osservando il fucile si intuisce subito la causa che ha portato alla scelta del nome “Shake”: l’arbalete visto dall’alto per la sua lunghezza presenta una forma di serpente, ha la testa stretta (testata aperta molto minimale di circa 2 cm) per poi allargarsi più del doppio nella parte centrale del fusto sino a restringersi nella sua coda (sempre di 2 cm prima dell’appoggio sternale).  Una forma non molto comune per un fucile subacqueo,  considerando le classiche forme tubolari o ad osso di seppia, lo Shake è corposo ma più affusolato.

L’era dei fucili in carbonio

Dalle biciclette alle auto sportive, oggi il carbonio è diventato il materiale d’eccellenza per tantissimi oggetti anche del quotidiano fino alla moda e accessori. Le caratteristiche di robustezza e peso, l’hanno reso come il materiale ideale per la realizzazione di fucili in carbonio.

L’unica pecca è il costo, infatti il carbonio ha bisogno di un processo di lavorazione manuale e complicato, particolarità che obbligatoriamente incide sul costo finale dei prodotti più complessi. Un fusto cilindrico è una cosa relativamente semplice da realizzare, infatti costa poco di più rispetto ai precedenti materiali.

Grazie alle proprietà del carbonio si possono realizzare fucili di qualunque forma e spessore, riuscendo in alcuni casi a sopraffare il grande concorrente del settore, il legno, con la produzione ad esempio di una testata ridottissima. Sicuramente la qualità più ricercata dai pescatori è la durezza, in modo da poter caricare a piacimento il fucile senza che questo si fletta sotto la forza di uno o più elastici in tensione.

Aste, Alette e Precisione

Non tutti sanno che l’asta è la componente principale per la precisione del tiro, non tanto nelle brevi distanze (sotto i 2mt) ma quanto più lungo è il tiro tanto più importanti diventano i piccoli dettagli.

L’attrito dell’acqua nella prima parte del tiro ha poca influenza rispetto alla massa e velocità dell’asta, dopo invece, con la perdita della forza, questa proporzione si inverte e assume una importanza maggiore l’idrodinamica dell’asta, e qui tutto diventa discutibile.

La componente di maggiore influenza è senza dubbio l’aletta, in quanto sporge dal profilo dell’asta creando un gradino e quindi un ostacolo all’idrodinamica generale, oltre che può fungere da timone e deviare il tiro. Apriamo una parentesi sulle aste monoaletta, spesso sento dire che è meglio posizionata sotto ma questo espediente non mi convince in quanto se l’asta viene deviata dall’effetto flap dell’aletta poco importa se è sotto o sopra.

Alemanni Roller Tube e Kit roller per arbalete

Ultimamente i roller gun sono diventati un argomento acceso che si dibatte quotidianamente sui vari forum per i pesca sub. Ed è così che ho deciso di fare luce sull’argomento e mettere alla prova un fucile Alemanni, nota azienda del settore che più di altri si sta muovendo in un questo nuovo segmento di fucili per la pesca sub.

La Alemanni ha in catalogo una serie di Roller artigianali in legno, armi dedicate ad un pubblico esigente che spazia dalla tana fino ai grandi predatori oceanici, basta il nome dei fucili “i Cattivi” per capire di che genere parliamo. Armi possenti che spingono aste da 8mm, posso solo immaginare la forza d’impatto di queste frecce e la mole delle bestie a cui si rivolgono.