Fucili Mares: confronto fra Cyrano e Stealth/Spark

Agli inizi degli anni ’90, dopo decenni di quasi totale immobilismo progettuale, da parte delle maggiori aziende, nella ricerca di nuove soluzioni per i fucili oleopneumatici, la MARES  stupì tutti gli appassionati e sostenitori di questa tipologia di fucili subacquei, con l’introduzione sul mercato dell’ormai  famoso CYRANO.

Anche se era l’arbalete a dominare il mercato e,  secondo me lo è ancora oggi e lo sarà per molto tempo ancora  (almeno per quanto riguarda le misure lunghe dedicate alla pesca all’aspetto, e all’agguato, dove la silenziosità è una caratteristica molto importante),  la Mares ebbe l’intuizione che con alcune innovazioni nei componenti interni dell’oleopneumatico, anche questa tipologia di arma poteva essere altrettanto valida nella pesca all’aspetto e sulla pesca al libero in genere.

La principale novità fù l’introduzione della canna interna da 11 mm, contrariamente alla totalità di tutti gli altri fucili che impiegavano, invece, quella da 13 mm.

Novità Calibro 12

Fucile Calibro 12 su struttura Mares

Ghiotta novità da parte di Calibro 12, azienda che ha avuto l’originale idea di assemblare fucili con canna interna da 12 mm. di diametro.
Fino ad ora i fucili venivano assemblati utilizzando l’impugnatura e l’ogiva dei Cressi SL. Da quest’anno sarà possibile richiedere impugnatura e ogiva Mares. E questa non può che essere una buona notizia.
L’impugnatura Cressi ha moltissimi estimatori, così come in molti apprezzano la canna decentrata verso l’alto tipica del fucili SL.
Tuttavia sono in tanti a non poter fare a meno dell’impugnatura Mares. Io sono uno di questi. Mi piace la possibilità di sostituire e personalizzare agevolmente il calcio. Mi piace lo sganciasagola laterale. Mi piace l’allineamento del mirino con le tacche sull’impugnatura.
Ottima iniziativa, non c’è che dire.
PS: La prossima intervista su Pescafacile.com avrà per protagonista Peppe, il titolare di Calibro 12. Stay tuned.

Elaborazione Mares Mirage 84

Mares Mirage 84
Quello che vedete in foto è il Mirage 84 che ho intenzione di provare durante prossima uscita a pesca.
Purtroppo, per via di una serie di impegni personali abbastanza pressanti, la messa appunto di questo fucile ha richiesto molto più tempo del previsto.
Ho sostituito tutti gli oring, cambiato l’olio, montato X-Power e X-Runner, modificato il pistone in teflon (artigianale) della canna di precarica, modellato il serbatoio (modifica provvisoria: i materiali da me scelti arriveranno il prossimo mese) e mimetizzato il tutto.
Mi manca di montare uno sganciasagola e, forse, il perno del grilletto da 1,5 mm.
Porterò il fucile a 26 atm e vediamo cosa riuscirà a combinare.

Preview: Omer Sub Cayman ET

Il bello di questo settore è che, nonostante vi siano ormai pochi margini di manovra, ogni anno esce una cosa nuova, o anche una vecchia idea rivisitata e riproposta. Anche quest’anno la Omer Sub mi ha stupito, credevo che ormai sui fucili arbalete si fosse realizzato di tutto e di più, invece ora assisto ad una nuova idea: enclosed track da cui la sigla ET, cioè un guida asta che avvolge completamente l’asta come un binario obbligato.

L’idea non è nuova, questo tipo di arbalete viene attualmente usato in america per tonni o grandi pelagici, adesso però la Omer Sub ha portato questo espediente alla portata delle nostre tecniche mediterranee. Il vantaggio della Enclosed Track è evidente, a qualunque potenza l’asta è obbligata a seguire il suo binario senza che la traiettoria sia influenzata da eventuali vibrazioni.

Tecniche pesca sub: la pesca in tana

La nostra amata disciplina, e cioè la pesca subacquea, è stata ribattezzata in tempi molto recenti in PESCA IN APNEA proprio per valorizzare e sottolineare il fatto che la nostra attività viene esercitata UNICAMENTE con le nostre forze e capacità fisiche.  Infatti, nonostante la pesca subacquea effettuata con l’ausilio di apparecchi respiratori sia stata proibita nel nostro Paese nell’ormai lontano 1980, unitamente alla pesca notturna, tutt’oggi, la domanda più ricorrente che mi capita di sentirmi fare mentre parlo di pesca sub è:  ma scendi con le bombole, vero…? In Francia, Spagna e Italia i primi passi della pesca sub cominciano a muoversi, comunque, negli anni successivi al dopoguerra, grazie ai primi mitici pionieri che, sfidando un mondo completamente sconosciuto, andavano persino contro la medicina dell’epoca:  si riteneva, infatti, che il corpo di un uomo immerso, sarebbe  “imploso” oltre i 25/30 metri di profondità… mitica fù la scommessa, che vinse, del grande Raimondo Bucher con il palombaro che lo aspettava a 30 metri di profondità con un oggetto da recuperare!  Un piccolo riconoscimento a questi  “eroi” del passato è doveroso perchè, senza di loro, oggi noi, non potremmo godere delle meraviglie del mare…

L'olio per fucili oleopneumatici: tipologie e quantità

I fucili subacquei ad aria compressa sono definiti più propriamente “oleopneumatici” in quanto, all’interno del serbatoio, oltre ad essere presente l’aria compressa che costituisce l’elemento fondamentale per la propulsione dell’asta, ci deve essere una piccola quantità di lubrificante necessario allo scorrimento del pistone lungo la canna interna, in modo da garantire una velocità elevata allo stesso e per garantire la salvaguardia degli O-ring sia del pistone che di tutte le guarnizioni presenti all’interno.

Riguardo la reperibilità dell’ olio da acquistare non ci sono problemi: basta recarsi in un negozio di attrezzature subacquee abbastanza fornito e troveremo facilmente i flaconcini di olio di diverse marche. L’olio specifico, però, è del tipo minerale e quindi non è il massimo dal punto di vista della durata.

Prova: Seatec Subskin Gel 200

Seatec Subskin Gel 200Il problema è sempre quello: la vestizione e la svestizione invernale della muta.
Di solito, durante la stagione fredda, indosso la muta a casa, così da non dover soffrire il freddo del primo mattino. All’uscita dall’acqua, a seconda delle condizioni meteo, decido se spogliarmi subito e indossare la tuta in pile che mi sono portato dietro, oppure indossare sopra la muta una giacca e un pantalone impermeabile, per non bagnare il sedile della macchina, e spogliarmi a casa.
Per quanto riguarda la vestizione ho sempre utilizzato una miscela di acqua calda e sapone ultra delicato per bambini, tranne per un certo periodo in cui utilizzavo l’Olio Johnson puro oppure diluito in acqua. L’Olio Johnson era quasi perfetto: permetteva una vestizione comoda, lasciava la pelle morbida, migliorava il potere termico della muta ed era totalmente anallergico. Purtroppo dopo un certo periodo di utilizzo ha saturato le cellule aperte della muta in spaccato interno, fino a farla puzzare tremendamente.
La saponata invece, benché permettesse una vestizione comoda, a volte mi creava dei piccoli sfoghi allergici e soprattutto “raffreddava” la muta nel tragitto da casa al mare. Così mi sono deciso a provare il Gel Subskin Seatec, prodotto specifico per la vestizione della muta.
Devo dire che, utilizzato in abbondanza all’interno della muta, la vestizione è davvero comoda e veloce. Ho spalmato un po’ di gel nelle braccia e nel collo per agevolare la manovra e in questo modo ho indossato la mia giacca seac da 7 mm. in pochi secondi e senza difficoltà. Nel tragitto da casa al mare non ho provato freddo o altri fastidi, la svestizione è stata semplice e, a quanto pare, i cattivi odori sono stati contenuti.
Sembrerebbe il prodotto perfetto, ma ha alcuni difetti. Prima di tutto bisogna abbondare. Ho provato ad indossare i pantaloni della muta mettendo poco prodotto, ma ho dovuto ripetere la manovra. Per un lavoro ben fatto bisognerebbe rovesciare la muta e spalmare il prodotto uniformemente, ma così diventa troppo complicato.
Altro difetto: non va d’accordo con i peli, problema che affligge particolarmente noi sardi (ed io non sono neanche così messo male). Ho l’impressione che su una persona completamente depilata funzionerebbe a meraviglia, ma non è il mio caso.
Ultimo difetto, il più importante, riguarda il prezzo. Io ho pagato 7,5 € la confezione da 200 ml, che non è una grande cifra, ma se si considera che ho dovuto utilizzare più di mezza confezione per indossare la mia muta si capisce che la cosa non è tanto conveniente. Ora che ho capito quali sono le dosi giuste, credo,  per la prossima voltadovrei riuscire ad utilizzarne un po’ meno. Sarebbe stata tuttavia opportuna una confezione da mezzo litro, a un prezzo più conveniente.

Maschera Salvimar Goblin Green

salvimar-goblinLa maschera è fra tutte le attrezzature quella più personale in assoluto, non esiste un modello buono per tutti anzi ogni pescatore dopo anni di prove raggiunge le migliori condizioni con un solo modello, magari vecchio di anni e che ormai non cambierà più.

Tuttavia spero che fare una recensione su un nuovo modello possa aiutare qualcuno nel momento dell’acquisto. Questa volta parliamo di un prodotto nuovissimo che ancora non ha raggiunto tutti gli scaffali dei negozi di subacquea, realizzato dalla emergente Salvimar, azienda giovane che sta immettendo in commercio prodotti studiati e mirati alla pesca sub.

La maschera provata è la Goblin Green, trovata nel negozio INDIVE di Roma durante una breve vacanza non a scopo di pesca, in questo negozio ho potuto ammirare molti prodotti della Salvimar, mi sono piaciuti molto i fucili della linea Voodoo, spero di recensirne uno presto. Devo innanzitutto ringraziare il titolare, Federico Sensi, che molto cordialmente mi ha fatto toccare tutto ed è stato disponibile a scambiare quattro chiacchere sui vari articoli.