Articoli in pesca subacquea

Omer MIK1 o pinne in carbonio GFT?

Omer MIK1A breve mi rientrerà dalla riparazione in garanzia il Sector Dive Master, orologio/ profondimetro di cui ho già parlato in questo articolo. Il problema consisteva in un blocco anomalo della parte analogica.
Mi è stato già preannunciato dalla Sector che anziché procedere alla riparazione mi invieranno il Dive Master modello 2010, con sensore di profondità spostato sul lato anziché dietro la cassa.
Non appena lo avrò tra le mie mani lo metterò in vendita su Ebay. E’ sicuramente un bell’orologio, con tante funzioni per il diving: e questo è per me il suo difetto principale. In pratica ha le stesse funzioni dell’Acqualand della Citizen, adatte all’immersione con le bombole ma non adeguate per l’apnea.
Spero di riuscire a spuntare una cifra congrua (considerato che lo venderò come nuovo, ma a un prezzo molto più contenuto dei 365 € necessari per comprarlo in gioielleria).
Con il ricavato vorrei finanziare l’acquisto di qualche accessorio importante. Sono fortemente indeciso tra l’acquisto del nuovo orologio/profondimetro della Omer, il MIK1, e un paio di pinne in carbonio adatte alla pesca nel bassofondo. Al momento il preventivo migliore è quello della GFT, azienda che a quanto si dice in giro realizza prodotti affidabili e performanti.
So bene che per quanto ruguarda l’azione di pesca otterrei maggior beneficio dall’acquisto di un paio di pinne in carbonio.
Con le Cressi LD 3000 mi trovo abbastanza bene, soprattutto negli agguati e nei piccoli spostamenti nel bassofondo. Tuttavia, nonostante l’acronimo LD stia per Long Distance, nei lunghi spostamenti mi affaticano tantissimo e mi sembra di avanzare ad una velocità ridicola. Se poi mi trovo in condizioni di corrente contraria o vento, bè, mi sembra quasi di rimanere inchiodato sul posto. Con le pinne in carbonio, gradazione soft, dovrei ovviare a questi inconvenienti. Certo, si tratta di un prodotto abbastanza delicato, e probabilmente dovrò scordarmi di “camminare” negli scogli come a volte faccio con le Cressi. Ma a detta di molti in questi ultimi anni il settore delle pinne in carbonio è migliorato soprattutto dal punto di vista della sicurezza, e le rotture sono diventate estremamente rare.
Però costano un botto.Pinna in carbonio GFT
Con la vendita del Sector difficilmente riuscirò a coprire il costo di un paio di pinne in carbonio complete.
Il costo del MIK 1 della Omer invece dovrei riuscire a coprirlo tranquillamente. Non nascondo che l’idea di dotarmi di un orologio/profondimetro migliore del mio Swatch Scuba mi stuzzica non poco. E poi, anche esteticamente, il MIK1 è un bell’oggetto, mentre lo Swatch è un obbrobrio (che utilizzo come orologio per tutti i giorni, tra l’altro).
Queste sono le intenzioni. Intanto la Sector è enormemente in ritardo con la spedizione, e finché non riuscirò a riavere indietro l’orologio, metterlo su ebay e riuscire a venderlo, avrò abbastanza tempo per decidere cosa fare…

Smontaggio e manutenzione dell’airbalete

meccanismo di sgancio dell'omer airbaleteSegnalo questo interessante articolo comparso su Pescasubapnea.net (sito con il quale pescafacile.com è gemellato) relativo alla manutenzione dell’Omer Airbalete. In particolare l’articolo fa luce sul meccanismo di sgancio del pistone, suggerendo alcune operazioni atte a renderne il funzionamento meno incerto.

In tanti infatti denunciano il disagio dovuto a quello che spesso viene definito un difficoltoso aggancio del pistone alla fine della manovra di caricamento. La Omer non considera questa caratteristica dell’Airbalete un difetto, definendolo una sorta di compromesso a favore della dolcezza del grilletto.

Personalmente, non avendo mai provato l’Airbalete, non posso esprimere opinioni in merito. Anzi, approfitto di questo articolo per dichiarare solennemente di non essere un esperto di Airbalete, per le ragioni poc’anzi menzionate, e tutto quello che scrivo in merito a questo rivoluzionario progetto della Omer (può piacere o non piacere, ma checché se ne dica è l’unico fucile pneumatico che introduce sostanziali novità da parecchi anni a questa parte) deriva dalla lettura dei forum e da opinioni ricevute da parte di persone delle quali mi fido (e che non vengono sponsorizzate dalla Omer).

Pinne mimetizzate col metodo Mytom

Pinne Mimetiche

Riporto la foto di un paio di pinne mimetizzate seguendo il “metodo mytom”.
La mimetizzazione è venuta davvero bene, e con l’occasione faccio i miei complimenti a Antonio, autore dell’opera e utente di pescafacile.com.
L’auspicio è che i materiali utilizzati reggano al contatto con l’acqua. Per quanto mi riguarda, sulle mie cressi la tenuta dei colori è ancora buona, nonostante qualche graffio e quasi un anno di pescate alle spalle.
Certo, non sarebbe male se la Cressi mettesse in produzione per conto proprio una versione mimetica delle sue Gara Professional. Ci risparmierebbe tempo, fatica e denaro. Nel frattempo chi vuole arrangiarsi per conto proprio non deve far altro che leggersi questo articolo.

Una piccola disavventura

Scorfano

Una decina di giorni fa sono riuscito ad organizzare la mia terza uscita invernale del 2010, anno caratterizzato da cattivo tempo, acciacchi vari, superlavoro e impegni familiari assortiti. Si è trattato di una pescatina mattutina di quattro ore in una zona di bassofondo che non avevo mai esplorato. La visibilità era compromessa dalla sospensione causata dalla fioritura della posidonia. L’occasione era buona per provare il mio ibrido Mares/Mamba/X-Power. Dico subito che a causa della sostituzione del pistoncino del grilletto, evidentemente più corto di quello vecchio, quei due o tre spari di prova che sono riuscito a fare hanno fatto cilecca al primo tentativo… A questo punto penso sia stata una fortuna non aver potuto sparare a qualche preda importante. Prova rimandata.
Col 75 armato di fiocina sono tuttavia riuscito a prendere un bello scorfano nascosto dentro una tana posta a un metro dalla superficie. Nonostante abbia usato il variatore di potenza al minimo ed abbia scoccato il tiro da un metro, sono riuscito comunque a spezzare una punta della nuova fiocina Venturi 4 della Salvimar. Come se non bastasse, la fiocina ha tramortito lo scorfano, rimbalzato sullo scoglio e tornata indietro lasciando il pesce sul fondo della tana. Temendo la reazione del pesce ferito, lo infilzo nuovamente con le tre punte della fiocina rimaste integre, e nel liberarlo per riporlo nel cavetto mi sono fatto pungere come un deficiente!
E tra dieci dita indovinate quale è stato reso quasi inservibile dalla puntura dello scorfano? L’indice della mano destra, dito che ovviamente utilizzo per azionare il grilletto del fucile…
La pescata si è conclusa con un polpo nel cavetto, lo scorfano, una fiocina da 8 euro rotta al primo colpo, l’altro fucile che fa cilecca e il dito ferito pulsante e grosso come una salsiccia.
Alla prossima.

Nuovo fucile ibrido Mares/Mamba/X-Power

ibrido mares mamba x-power

Magari qualcuno lo ha già costruito, non voglio certo appropriarmi del primato, anche se in giro ancora non ne ho visto. Si tratta di un ibrido costituito da impugnatura mares (che reputo migliore di quella Omer adottata dalla Maori), con calcio anatomico personalizzato, canna e serbatoio Mamba 90 da 35 mm. di diametro, pistone X-Runner, volata X-Power e lubrificazione al teflon.
Secondo me ne è scaturito un bel fucilozzo, al quale, tempo permettendo, applicherò al serbatoio la sagomatura a osso di seppia del prototipo Dark Snake.
Già così mi piace non poco.
Sono convinto che il serbatoio da 35 mm, abbinato ad un’asta da 6,5 mm. e precarica da 25/27 atm., garantisca un tiro bruciante entro i 4 metri.
Purtroppo non potrò testarlo in mare per via di due microcrepe che per qualche motivo si sono aperte nel raccordo di riduzione tra impugnatura e serbatoio, dalle quali trafila molto lentamente l’aria del serbatoio. Ho preso contatti con la Maori per la sostituzione del pezzo, ma i tempi sembrano lunghi…
Quindi, ho risolvo con qualche sistema alternativo, o aspetto. C’è poco da fare…

Provato lo schienalino Saplast Tortuga

schienalino Saplast Tortuga

Ottimo, sotto tutti i punti di vista, o quasi. Lo schienalino Tortuga della Saplast, che ho indossato per la prima volta domenica scorsa, ha la capacità di rimanere letteralmente incollato alla schiena. Niente più piombi che ti sbattono sulla nuca in fase di immersione. Niente più cintura porta piombi che ti sale sulla vita per via dell’aggancio allo schienalino.
Se poi aggiungiamo altre pregevoli caratteristiche, quali la colorazione mimetica, la collocazione dei piombi ben bilanciata, l’asciugatura immediata una volta fuori dall’acqua… Bè, i pregi si sprecano.
Ci sarebbe anche qualche piccolo difetto. Le cinghie in gomma, infatti, per lavorare al meglio, devono essere regolate in modo da farle aderire per bene. Per questo motivo lo schienalino risulta abbastanza scomodo da indossare e, soprattutto, da levare, costringendoci a fastidiose contorsioni delle braccia. Tra l’altro, durante la pescata, un po’ di fastidio possiamo avvertirlo sotto le ascelle, ma niente di particolarmente gravoso.
Il peso è fisso, 3 Kg., in quanto I quattro sono inglobati nella struttura in gomma, pertanto il peso di tre kg. non può essere variato. Tuttavia un foro centrato nella membrana in gomma permette la collocazione di un quinto piombo, o fornito come accessorio dalla stessa Saplast, o fatto in casa artigianalmente.
Insomma, non posso che dirmi pienamente soddisfatto, e anche il prezzo, tutto sommato, è da considerarsi abbastanza contenuto.

Alcune idee di Gioacchino: coltello nello schienalino e collegamento schienalino cintura

coltello su schienalino

Gioacchino, affezionato utente di questo blog (e possessore di un mirage che non smetterò di invidiargli), mi ha inviato alcune foto che mostrano un paio di interessanti soluzioni che rendono la vita più comoda al pescatore subacqueo.
La prima consiste nell’installazione di un piccolo coltello ausiliario nella cinghia dello schienalino. Il vantaggio offerto da questa soluzione consiste nel poter avere un coltello di riserva utilizzabile con entrambe le mani. L’alternativa, il posizionamento del coltello sul braccio, si rivela purtroppo tragicamente inutile nel caso in cui, per qualche motivo, dovessimo avere l’altro braccio bloccato.
Anche se mi auguro di non doverne mai avere bisogno (e gli scongiuri si sprecano), adottare una soluzione come quella proposta da Gioacchino può rivelarsi, in talune circostanze, un vero e proprio salvavita.
Anche l’altra soluzione ha a che fare con lo schienalino.
A meno che non utilizzate un gilet tipo quello Omer, spesso e volentieri lo schienalino presenta lo spiacevole inconveniente di spostare la cintura dei piombi alla quale è collegato, soprattutto nelle manovre di immersione.
L’idea di Gioacchino consiste nel prolungare l’elastico di collegamento alla cintura, farlo passare sotto il cavallo e collegarlo in prossimità della fibbia. In questo modo la trazione esercitata dallo schienalino, questa volta verso il basso, dovrebbe lasciare la cintura li dov’è.

Video e presentazione dei fucili Calibro12

Ricevo è pubblico volentieri una alcuni video e una breve presentazione dei nuovi fucili calibro 12. I fucili utilizzati nei video sono potenziati tramite il kit sottovuoto X-Power. A fine articolo i miei commenti…

Da alcuni anni dedico parte della stagione estiva alla pesca delle ricciole. E’ una preda che mette a dura prova l’attrezzatura del pescatore, che ne deve studiare le caratteristiche peculiari per scegliere il prodotto migliore tenendo conto delle prestazioni e della praticità d’uso. Tra questi il fucile.

E’ così che ho avuto modo di apprezzare le doti dell’oleopneumatico.. arma dalle prestazioni superiori, che se ben “equilibrato” diventa facile da gestire e permette tiri lunghi e precisi, previa abitudine all’uso dello stesso.. ovviamente. Quando parlo di equilibrio non mi riferisco (solo) all’assetto.