“Adequatio mentis et rei”, si tratta di un proverbio latino: “è la mente ad adeguarsi alla realtà” .  Ed aggiungerei “o è la realtà ad adeguarsi alla mente?”.  I grandi del passato hanno disboscato intere foreste per scrivere su carta trattati su trattati che affrontano la questione  senza mai giungere ad una risposta esauriente. E’ un interrogativo che mi son sempre posto per la pesca. E’ il pescatore a doversi adattare all’attrezzatura, o l’attrezzatura deve adattarsi al pescatore?

Domanda da un milione di dollari,che suscita antipatie e simpatie, eppure è molto importante che ognuno di noi si interroghi su questo. La rivalità fra gli “arbalettari” ed i “pneumatisti” rappresenta ad esempio modi di interpretare un fenomeno in maniera differente. Da un lato gli amanti degli elastici rimproverano all’aria compressa di essere un sistema complicato da revisionare. Eppure chi usa gli arbalete si cimenta in modifiche o realizzazioni (come i fucili in legno) molto più complesse, che richiedono un’ acquisizione di nozioni e di capacità manuali non indifferente. In qualche modo chi si comporta così farebbe pensare che la sua personalità non vuole accettare per partito preso la categoria dei fucili a pressione. Ma d’altro canto gli amanti dell’aria compressa  preferiscono avere una complicazione nella manutenzione delle proprie armi, rinunciando alla facilità del sistema ad elastici, perchè si rifiutano di imparare semplici concetti utili per la messa a punto degli arbalete.

Questo uno degli esempi…forse il più scottante. Però è utile per capire come molto spesso la nostra attrezzatura non è tarata su una necessità concreta, dettata da reali bisogni e sulla ricerca dell’utile, ma su una necessità illusoria. Solo perchè si rinuncia ad imparare a svitare una volata ed una valvola, pensando a priori che queste procedure siano difficoltose,  spesso si rinuncia ad un’arma più potente o più economica, o addirittura più facile da settare poichè basta semplicemente aumentare o diminuire la pressione per cambiare il comportamento dell’asta durante il tiro. Analogamente  solo perchè si rinuncia a ricercare l’assetto migliore fra mille variabili (quali fattore d’allungamento, diametro elastici, tipologia di mescola della gomma,doppio o mono, doppio uguale o a diametro differenziato,ogiva metallica o in dyneema etc etc…),  bollando la cosa come dispersiva e dispendiosa,  molti fanatici delle armi pneumatiche rinuncerebbero ad un fucile versatile, silenzioso e semplice.

C’è poi da considerare anche la questione  delle diversità di questi due fucili, che per molti sembrano talmente grandi da essere inconciliabili.  Nulla di più falso considerando che le differenze ci sono anche fra i vari e diversi arbalete e pneumatici in circolazione, o anche fra fucili dello stesso modello e con lo stesso allestimento usciti dalla stessa fabbrica.

Ma non estremizziamo, l’ intento è quello di portare ogni lettore alla riflessione valutando sempre la scelta della propria attrezzatura con criterio.  Il fine è puramente personale, per massimizzare le nostre possibilità e senza trovare una verità irrefutabile che probabilmente non esiste nemmeno.

Abbiamo considerato il tema della scelta delle armi, ma lo stesso discorso vale per la scelta dell’utilizzo dello schienalino,  delle cavigliere,  del pedagno alla boa, dei richiami, del mimetismo e di ogni cosa che attiene la nostra amata pesca subacquea. Non bisogna chiudersi nei limiti e nei condizionamenti per colpa della pigrizia mentale.

Chi dorme non piglia pesci! Parole sante!