La Pesca Subacquea al tempo dei Social

pesca sub

la pesca subacquea ai tempi di facebook
Fino a qualche anno fa i contatti tra pescatori erano limitati all’ambiente che si era soliti frequentare. Ci si incontrava nel negozio di pesca del paese o del quartiere, oppure si entrava a far parte dell’ambiente agonistico. Benché la pesca subacquea venisse praticata capillarmente lungo tutta la penisola, alla fine la cerchia di amici che si tenevano costantemente in contatto era abbastanza ristretta, a meno che non eri un campione titolato e sponsorizzato e la partecipazione a fiere e eventi ti portava ad allargare il tuo giro di amicizie. Magari in molti casi non si trattava di vera amicizia, ma tant’è.
Un minimo di interazioni tra i pescatori era garantito dall’ambiente editoriale. Attorno ad alcune riviste si concentravano alcuni gruppi di giornalisti/pescatori che tutt’oggi continuano ad animare i dibattiti on line, tenendo in piedi fitte reti di relazioni professionali.
Poi, anni 2000, esplose il fenomeno Internet. Non ho interesse a trattare i questa sede chi arrivò per primo, chi conquistò più utenti, o chi fece più soldi (e ci fu chi li fece davvero). Nacquero i primi siti dedicati alla pesca sub e, collegati a questi o del tutto indipendenti, i primi Forum. Alcuni erano naturale emanazione delle riviste di cui sopra, altri invece sorsero per mano di semplici appassionati.
Bell’ambiente quello dei forum, e questa frase la si può leggere in tanti modi. Personalmente, non avendo amici pescatori, nei forum ho appreso i rudimenti della pesca subacquea (della “vera” pesca subacquea… le uscite domenicali a polpi e trigle col ministen le facevo fin da ragazzo), e soprattutto ho imparato a conoscere e gestire l’attrezzatura. Avido d’informazioni, mi iscrissi a quattro o cinque tra i forum principali, rompendo le scatole quotidianamente con richieste di consigli, ragguagli, dettagli tecnici e quant’altro. La mia presenza divenne costante e il mio nik passò dal più completo anonimato all’essere subito riconosciuto un po’ ovunque, nel bene e nel male. E qui mi ricollego all’altro significato che ho voluto dare alla frase “bell’ambiente quello dei forum”, questa volta in chiave sarcastica. Purtroppo i forum, spesso e volentieri, erano delle vere e proprie arene. Arene intese come terreno di scontro.
A poco serviva mantenersi calmi, gentili, misurati, umili e attenti, alla fine la rissa ci scappava sempre. Rissa “virtuale” s’intende. E per quanto si possa condividere, scherzare, raccontare esperienze e stringere amicizie, che spesso dal cyberspazio si trasferiscono nella realtà, nei forum bastava un nonnulla per far scoppiare un finimondo. In questo buona parte della responsabilità la si poteva attribuire a due specifiche categorie di utenti, che spesso coincidevano: i “Geni” (veri o presunti tali) e i “venditori” (palesi o occulti). I primi erano quelli che venivano proclamati tali dal seguito di amici o fan boy (categoria infestante nata in quegli anni, e presente anche nei forum di pesca, da non confondere con i semplici ammiratori), o che spesso identificavano o si atteggiavano come tali in completa autonomia. Che lo siano stati realmente o a chiacchiere faceva poca differenza. Saltava sempre fuori un altro genio che ti accusava di non capirne niente, o che ne sapeva più di te, o che aveva la paternità della tua scoperta/invenzione. E su questi presupposti tevano scatenarsi guerre termonucleari, con tanto minacce di denuncia (e col seguito di utenti/avvocati che a parole non vedevano l’ora di prestare i propri servigi gratuitamente), scomunica e espulsione dal paese. O addirittura di morte. Ricordo che mi capitò di assistere a una rissa virtuale dove si arrivò a minacciare i figli di un utente: una roba terribile, vergognosa. Il tema era di quelli seri: quanto spara un roller
In tutto questo un ruolo non marginale veniva svolto i moderatori che, lo dice il termine stesso, avrebbero dovuto (appunto) moderare. Alcuni di questi lo sapevano fare molto bene, riconducendo gli utenti indisciplinati a più miti consigli. A volte bastavano due parole ben dette che subito tutti si rimettono in riga, dando retta a chi si sforzava di ricondurli nell’ambito della convivenza civile. Altre volte il moderatore – di quelli che si sentivano investiti della potenza divina – imbracciavano metaforicamente il bazooka, anche per il più innocente degli sfottò, e ti bannavano a vita con disonore e pubblico scherno.
A me la cosa è capitata, e non è stato piacevole.
Degna di nota era la folta e nutrita categoria dei venditori, quelli che sfruttavano i forum per fare business. Per carità: a differenza di tanti io su questo ero molto poco talebano. Sono sempre stato dell’opinione che se qualcuno vuole e può sfruttare le proprie abilità, tecniche o venatorie, per guadagnarci qualcosa è liberissimo di farlo, e poco mi piacciono i discorsi romantici sulla passione, la condivisione, l’altruismo e i buoni sentimenti. Se ci sono bene, altrimenti pazienza. Però ho sempre ritenuto fondamentale che non mancasse mai la sincerità, da parte dell’utente del forum che voleva fare business, e da parte degli amministratori che 1) glielo permettevano, con regole chiare e definite; 2) oppure glielo vietavano, senza se e senza ma.
Di utenti che sfruttavano i forum per guadagnare sottobanco e in nero ne ho visto tanti, troppi, tutti a sgomitare nelle sezioni “mercatino” o “compro/vendo/scambio“, presenti un po’ in tutti i forum. Ci  potevi incontrare gente che è andata in pensione anticipata per concentrarsi su queste pratiche, evidentemente redditizie, o nullatenenti che di punto in bianco hanno trovato di che vivere. Tali figure spopolavano perché a volte si chiudeva un occhio, altre tutti e due, altri ancora si allungava la mano e ci si accordava. Cose che capitano, e in Italia in questo siamo maestri. Ma non tutto è marcio: ci sono anche quelli che hanno venduto per qualche tempo i loro prodotti sui forum, facendolo alla luce del sole, regolarmente autorizzati dagli amministratori e rimanendo entro i confini dettati dalla legge. Alcuni di questi hanno poi aperto regolari attività. A loro va la mia ammirazione.

Poi sono arrivati i Social.
Oggigiorno la maggior parte dei pescatori se ne sta lì, tutti i santissimi giorni, così come avviene per qualsiasi categoria di persone interessate a qualsia cosa. Un paio di forum sono sopravvissuti e continuano a fare qualche numero, ma sono mosche bianche. E comunque, quasi tutti i forum superstiti di medie/grandi dimensioni hanno aperto da anni il loro gruppo Facebook, dove si è trasferita la stragrande maggioranza degli utenti. Non è stato possibile farne a meno, se non ci si voleva rassegnare a scomparire. Peccato che i social, il più delle volte, sono anarchia totale, e per quanto si possa cercare di gestirli a dovere, amplificano tutti i difetti che i Forum si trascinavano dietro, con qualche (va detto) caratteristica migliorativa.
Sui social l’ego tende spesso a tracimare, con utenti pescatori seguiti da migliaia di “amici” che amici non sono, i quali li seguono come gli ultras delle squadre di calcio. Ci sono ancora gli haters, come c’erano nei forum, quelli che ti odiano a prescindere e possono arrivare a renderti la vita impossibile. Stiamo parlando di vita “virtuale”, ma talvolta con i social il virtuale sconfina nella realtà, come la cronaca spesso ci racconta.
Nei gruppi amministrati le cose vanno un tantino meglio, ma anche lì il flame è sempre dietro l’angolo, grazie anche alla presenza sempre più numerosa dei “venditori”, dei “geni” e dei “fenomeni” un tempo attivi nei forum, e oggi raggruppati sotto la generica definizione di Influencer, di cui il mondo della pesca subacquea è ormai traboccante. Naturalmente, voi che leggete l’articolo, sui social già ci siete da anni, a parte qualche inguaribile romantico (sono spariti dalla circolazione alcuni utenti, o che comunque hanno quasi azzerato la loro presenza, un tempo vere e proprie star dei forum), quindi sapete benissimo come vanno le cose, ed è inutile che provi a raccontarvi cosa funziona e cosa non funziona. Sui social è possibile mostrare il meglio e il peggio di ognuno di noi. Migliaia di foto e video di pesca vengono condivisi quotidianamente. Alcuni bellissimi, altri così così (con colonne sonore tremende, aggiungo), altri ancora che riprendono vere e proprie stragi, sconfinanti nel penale, catture palesemente sotto taglia, o in aree protette.
Alcuni mostrano come modificare o assemblare attrezzature (molto meno che nei forum, va detto), e lo fanno tramite i loro profili, senza nessuna moderazione. Che lo facciano in buona fede o spinti dalla volontà di condividere, a volte trascurano le più elementari norme di sicurezza, mettendo a repentaglio la salute dei loro potenziali emulatori. Se non altro, nei forum, se si pubblicava qualcosa di osceno, dalla segnalazione all’eliminazione del contenuto passava pochissimo tempo. Con i social la segnalazione non sempre va a buon fine, e se vogliamo è giusto così, perché altrimenti basterebbe la richiesta di uno al quale stai sulle scatole per vedere rimossi contenuti del tutto leciti. Contenuti che, purtroppo, sui social vengono facilmente dispersi e dimenticati. Per quanto nei social esistano le funzioni di ricerca e conservazione di file e contenuti, in pratica nessuno li utilizza, e l’impossibilità di riproporre lo schema delle sezioni dei forum, dedicate ad argomenti specifici, rende il tutto un calderone dove tutto viene proposto alla rinfusa.

Questo articolo riprende un testo analogo scritto parecchio tempo fa (relativamente ai tempi di internet), nel settembre del 2016, pertanto alcuni spunti, oggi semplicemente anacronistici, sono stati modificati o eliminati. Tuttavia la morale di fondo e la nostalgia per un mondo che noi Generazione X (io) e Boomer (molti amici di quei tempi) abbiamo conosciuto rimane. Perfino questo Blog, per qualche tempo protagonista nel mondo della pesca subacquea, ha visto prima il diradarsi della pubblicazione di nuovi articoli, per poi vederla cessare del tutto, e ora vive semplicemente come archivio web, rimanendo incredibilmente ben posizionato nei risultati dei motori di ricerca (il sottoscritto, Ivan, Stefano e tutti gli altri collaboratori, evidentemente, avevamo fatto un buon lavoro). Anche noi siamo presenti su Facebook con un gruppo mediamente attivo, con un buon numero di utenti, ma distanti da quelli che negli anni sono riusciti a mantenere inalterato l’impegno dedicato a questa passione. Io, sinceramente, li ammiro.
Un po’ tutti ci siamo dedicati ad altro e nessuno di noi è diventato un professionista del settore. La passione per la Pesca Subacquea tuttavia rimane, e tanto ci basta.

4 Commenti

  1. Dani ha detto:

    Perché il forum non è più accessibile?

    • Tommaso Mytom ha detto:

      Purtroppo l’ultimo aggiornamento del Sito ha reso il forum instabile. Cercheremo di rimetterlo on line quanto prima.

  2. Giuliano ha detto:

    Io nn ci sono su Facebook ne su altri social e nn ne sento la mancanza, nn lo trovò uno strumento utile preferisco i forum , il problema dei forum è ke molte volte nascono e poi rimangono lì con discussioni vecchie due o più anni e nessuno segue più e c’è ne sono tanti , per il resto sono comodi come strumento di apprendimento facendo le dovute considerazioni personali con la propria testa

  3. Giuliano ha detto:

    È una considerazione mia personale, nn un comandamento

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