Plancetta Omer ShardanaPer quanto possa essere scomoda, ingombrante, fastidiosa da trasportare e limitante dell’azione di pesca, non riesco a rinunciare alla plancetta. Ormai che c’ho fatto l’abitudine, per me è inconcepibile rinunciare alla comodità di andare a pescare senza portarmi dietro… tutto quello che mi serve.
Ho iniziato, come molti credo, con il semplice pallone da sub, per poi passare alla piccola plancetta pneumatica, a quella ricavata da una tavola da body surf e, in fine, ad un plancetta per la pesca sub vera e propria.
A dire il vero il mercato non offre molto. A parte la Shardana della Omer, oggetto di questo articolo, sono disponibili soltanto le costose Sporasub e qualche soluzione in vetroresina abbastanza elitaria, e quindi non per tutte le tasche.
La Shardana è la plancetta rigida dal prezzo più contenuto. L’ho preferita rispetto a una soluzione gonfiabile (molto bella l’Okipa 2 di Best Hunter, che tra l’altro costa anche meno) in quanto, per mia esperienza, le plancette rigide “scivolano” molto meglio nel’acqua. Da questo punto di vista la Shardana si comporta abbastanza bene, anche se devo dire che mi aspettavo qualcosa di più performante.
Le tre derive, due laterali arretrate e una larga anteriore, pensavo servissero per tenere il fondo piatto sollevato dalla superficie dell’acqua. In effetti la plancetta si comporta in questo modo, sempre che non la si carichi troppo. E il “troppo” si fa presto a raggiungerlo.
L’ultima volta che sono andato a pesca ho caricato la plancetta con il Caccia HF 75 completo di mulinello, l’asta da 6,5 a corredo e un’asta filettata da 7. Nell’ampia borsa rossa porta tutto (peccato non sia stagna) ho messo un paio di fiocine, il contenitore stagno Omer con cellulare e chiavi, la bottiglietta di acqua da mezzo litro, un altro piccolo contenitore stagno con le guarnizioni e i finali di riserva x-power, puntali in gomma per le aste, una boa sgonfia Mares (da mettere sopra la plancetta se il mare si fa grosso, o da usare come pedagno galleggiante, o come boa aggiuntiva se si lascia la plancetta pedagnata), qualche moschettone d’acciao, dei carichini di riserva.
Sopra la plancetta ho collocato qualche elastico aggiuntivo con relativi moschettoni, l’avvolgi sagola Omer giallo, il fischietto di sicurezza (su un anello laterale), un carichino con elastico. Non si tratta certo di poca roba, tuttavia le derive con questo carico risultano totalmente immerse insieme alla superficie inferiore della plancetta. Ovvio che in questo modo lo sforzo per portarsela dietro aumenti.
La capacità di galleggiamento rimane comunque buona. In più occasioni mi sono sollevato dalla superficie facendo forza sulla plancetta per cercare di avvistare il mio compagno di pesca tra le onde, riuscendo a sporgermi fin sotto lo sterno.
In teoria sulla Shardana sarebbe possibile issarsi sopra e nuotare tenendo in acqua soltanto gambe e bacino, tuttavia la collocazione della borsa e l’eventuale presenza di fucili non agevolano certo la manovra. Altro tasto dolente è il peso. Se prima di arrivare in acqua è necessario percorrere un lungo tragitto a piedi, meglio attrezzarsi con un carrellino.
La Shardana potrebbe essere utilizzata nuda, senza la copertura in tessuto. In quel caso si presta particolarmente per i lunghi trasferimenti a nuoto, ma sopra non ci si può attaccare praticamente nulla… salvo modifiche.
Lo so, in un mio precedente articolo accennavo al proposito di voler creare da zero una nuova plancetta. Ma valutato costi e tempo a disposizione ho optato per questa soluzione ponte.
Tutto sommato sono abbastanza soddisfatto.