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schienalino Tortuga by Saplast e Fiocina Salvimar Venturi 4

schienalino tortuga saplast

Inizio d’anno disastroso dal punto di vista meteorologico. In realtà qualche scorcio di tempo discreto c’è stato, purtroppo in momenti in cui altri miei impegni, o momentanei problemi di salute, non mi consentivano di immergermi in acqua. Quindi niente pesca a gennaio 2010. A livello di potenziali catture non credo di essermi perso chissà che. A quanto pare il bimestre gennaio/febbraio in Gallura è solitamente improduttivo, tuttavia l’anno scorso, nello stesso periodo, un po’ di tordame vario ero riuscito a tirarlo fuori.
Pazienza, speriamo che febbraio ci regali qualche bel fine settimana in più.
Nel frattempo ho acquistato un paio di prodotti che saranno oggetto delle mie prossime prove: lo schienalino Tortuga della Saplast e la fiocina Salvimar Venturi 4.
Lo schienalino Tortuga lo conoscono e lo usano con profitto tanti pescatori subacquei. E’ l’unico realizzato interamente in gomma, caratteristica che gli permette di rimanere ben aderente alla muta. In oltre non assorbe acqua, è discretamente mimetico ed è fornito in abbinamento a delle cinghie in gomma elastica, che dovrebbero rendere il tutto comodo e stabile.

Mimetizzare i guanti

Mimetizzare i guanti sub

Ho comprato da poco un paio di guanti Rofos, neri e spessi, e devo dire che per l’inverno vanno più che bene: tengono le mani calde e sono sufficientemente morbidi. Non non sono esattamente della mia misura, ma me li faccio andare bene comunque.
Avrei voluto comprare dei guanti mimetici, ma nel negozio di fiducia non ne ho trovato. Poco male, ho deciso di rimediare per conto mio.
Vi spiego come ho fatto.
Ho utilizzato degli smalti sintetici per bricolage della Saratoga acquistati dal ferramenta, nelle tonalità verde, marrone e oro. Soprattutto quest’ultimo risulta fondamentale per ottenere un buon mimetismo. Li ho applicati sul guanto tramite un pennello, con dei colpi energici (come si vede dal filmato), nella sequenza verde, marrone e oro.
Altro da spiegare non c’è, il video mostra già tutto.
Il risultato secondo me è buono, anche se forse i colori hanno assunto una tonalità un po’ troppo scura. Immersi in acqua, comunque, paiono più chiari e naturali.

Sector Dive Master: Il mio nuovo Orologio/Profondimetro

Una plancetta economica…

plancetta sub economica

plancetta sub economica

Ho deciso di pensionare la mia plancetta gonfiabile seatec: ormai logora, pesante come un cadavere e con la camera d’aria (ne avrò cambiate una decina) definitivamente sostituita da gommapiuma rigida.
Il suo lavoro l’ha fatto, ma alla fine ho deciso di passare a qualcosa di più gestibile e soprattutto più leggero da trainare.
Così mi è venuta l’idea di trasformare una tavola da body surf di Saetta McQueen (quando se ne accorgerà mio figlio saranno dolori) in una plancetta ottimizzata per la pesca subacquea. Niente vetroresina però.
Ho semplicemente ritagliato la parte superiore della vecchia plancetta seatec, quella con tasche, elastici e moschettoni, l’ho incollata sopra la plancetta usando dello scotch americano, aggiunto alcuni elastici e collocato la bandierina sul retro. Mezz’ora di lavoro e il gioco è fatto.
Provata in pesca ieri se l’è cavata egregiamente. Leggerissima da trainare, comoda da allestire, consente tra l’altro di posizionare le pinne nella parte inferiore durante gli spostamenti a piedi. L’unico difetto consiste nella tendenza a ribaltarsi quando viene sbattuta dalle onde sugli scogli. Anche la bandierina andrebbe resa più visibile. Ma c’è tempo per rimediare.
Per le prossime uscite, con un po’ di tempo a disposizione (spero di fare qualche settimana di ferie prima o poi), completerò il lavoro rinforzandola con una tavola da 4 mm. di compensato, altro scotch, qualche fibbia di cordura in più e un bel colore rosso accesso sopra le plastiche.

Technisub Mini Zak: Il mio nuovo coltello subacqueo

coltello Technisub Mini Zac

coltello Technisub Mini Zac

Domenica mattina ho perso il mio secondo coltello in meno di un anno. Stavo pescando dei ricci di mare (la sera n’è scaturita una spaghettata da sballo). Mi immergo, con il coltello ne stacco quattro o cinque dalle rocce sottostanti, li raccolgo tra le mani e riemergo per infilarli nella busta di plastica spessa attaccata al pallone. Durante la riemersione, da poco più di due metri di fondale, mi rendo conto di aver perso il coltello dalle mani (provate voi a tenere ricci e coltello ben stretti). Poco male, penso. Guardo giù ma del coltello non c’è traccia. Mi immergo, guardo attraverso tutte le insenature tra le rocce ma niente da fare. Sparito, volatilizzato.