Prova Arbalete Sporasub One Speargun 90

pesca sub

In sintonia con la filosofia del nostro Bolg, ossia quella di non recensire esclusivamente le novità riguardanti i prodotti per la pesca subacquea, cercherò di illustrarvi le caratteristiche di un ottimo arbalete, prodotto ormai da qualche anno: lo Sporasub One Speargun 90, un arbalete evoluto realizzato quasi interamente  in alluminio.

Un doveroso ringraziamento va fatto all’amico Stefano Levanto della Scubadiving di Otranto, che ha concesso in prestito questo strepitoso arbalete per poterne effettuare la recensione.

Da quando ho visto per la prima volta lo Sporasub One 90, in bella mostra nei vari negozi attrezzature per la pesca in apnea, ne sono subito rimasto folgorato per la sua bellezza, ma sono sempre stato reticente all’acquisto per via del suo costo abbastanza elevato. Non essendo un “campione di bravura” o un “grande pescatore”, tale da giustificarne l’acquisto, mi sono sempre limitato ad osservare e ad apprezzare l’ottima fattura di questo prodotto. È noto che Sporasub con la linea “ONE” ha sempre prodotto attrezzature di gran pregio rispetto alle normali linee commerciali, sia per le specifiche innovazioni introdotte, sia per l’attenzione all’aspetto estetico. Anche se consapevole di andare al di la della normale soglia economica del “pescatore medio”, Sporasub non ha mai smesso di proporre prodotti “fuori dal comune”.

PRIME IMPRESSIONI.

L’arbalete viene venduto con una buona dotazione di serie:

  • asta da 6,5 tipo America One;
  • due impugnature di cui una slim e l’altra più consistente;
  • due appoggi sternali (realizzati in nylon 6.6 caricato) di differente lunghezza (uno di 68 mm e l’altro di 53 mm);
  • un elastico circolare da 18 con ogiva a sfere legata con archetto a U;
  • un mulinello Sporasub One con 50 metri di sagola in Dyneema.

Impugnando lo ONE 90, fuori dell’acqua, si ha la sensazione di avere fra le mani un qualcosa di possente e pesante, tanto da avvertire immediatamente una tendenza all’abbassamento in punta, ma se muoviamo l’arma in senso laterale e verticale avvertiamo una sensazione di leggerezza e fluidità nei movimenti.

Osservando il fucile si ha l’impressione di avere fra le mani un arbalete mono scocca, qualcosa di equivalente ad un arbalegno o ad un fusto in carbonio. Guardando bene la struttura si può notare che è formata da tre sezioni: fusto, castello e testata, tutte saldate fra di loro. Queste parti sono state realizzate in alluminio, con tecnologia hydroforming e taglio laser, assemblate meccanicamente con un particolare incollaggio strutturale tanto da costituire un unico corpo. Tale tecnologia costruttiva garantisce una elevata rigidità strutturale ed un’alta precisione nel tiro, superiore a quella degli arbalete standard. Un’altra particolarità di questa tecnica costruttiva consiste nel fatto che per ogni lunghezza siano state congegnate  forme del fusto ed accessori completamente diversi, tanto da poter definire ogni versione di questo fucile un modello a se stante. [fonte Sporasub]

DETTAGLI.

La testata è prodotta in alluminio anticorodal ed è saldata al fusto. È di tipo Open e grazie alla particolare forma a testa di tartaruga ne consegue una linea di mira pulita e un bloccaggio dell’asta facilitato.
Una caratteristica interessante è la presenza di un piccolo vano, situato sotto lo scorrisagola cilindrico in acciaio inox, ove poter riporre degli appositi piombi che servono per regolare l’assento in punta. Nella testata dello ONE-90 si può inserire un singolo elastico da 16 al 20 oppure un doppio da 14.

Il fusto è ad osso di seppia verso l’impugnatura e cilindrico verso la testata. È dotato di un guida asta integrale che tra l’altro facilita in caricamento. Dalla mia personale esperienza deduco che queste particolari forme esaltano le doti di assetto, galleggiabilità ed idrodinamicità. La colorazione è verde mimetica, realizzata grazie a un processo di heat-transfer e presenta un’elevata resistenza all’abrasione chimica e meccanica, anche se a onor del vero qualcuno ha lamentato il distaccamento di alcune parti di vernice.

La struttura dell’impugnatura (<<B>> nella foto), insieme alla sezione che contiene il meccanismo di sgancio (<<C>> nella foto), è realizzata in nylon 6.6 caricato, resistente agli urti, ed è collocata sullo stesso asse del fusto. Ciò contribuisce a garantire l’assenza di impennate al momento dello sparo, lo smorzamento del rinculo e una linea di mira pulita e precisa. Le due impugnature in termo gomma consentono una presa più confortevole e sicura. Nella parte finale (della struttura in nylon) è presente un anello d’acciaio che può essere rimosso.

Il sistema di sgancio è a retro grilletto, sistema che consente una maggiore corsa rispetto ai sistemi tradizionali. La distanza fra il foro e l’ultima tacca è di circa 94 cm. Il meccanismo che permette lo sgancio dell’asta (<<A>> nella foto) è alloggiato nella parte di alluminio del castello. Lo sgancia sagola è nella parte laterale destra ed è azionato indipendentemente dal sistema di sgancio dell’asta per mezzo di un movimento a camme. Il grilletto è abbastanza morbido e sensibile e come afferma Sporasub la sua durezza non dovrebbe aumentare con un maggiore carico.

Il mulinello della serie ONE ha il sistema di avvolgimento in verticale reversibile (ossia pensato anche per i mancini). È collocato in posizione particolarmente arretrata ed è di ingombro ridotto, nonostante contenga 50 m di sagola. Il sistema di riavvolgimento è garantito da un braccetto in acciaio inox a scomparsa abbastanza lungo, tale da garantire un buon recupero anche in caso di grosse prede. Una particolarità di questo mulinello è senza dubbio il sistema “premi sagola” o “tendi sagola” di cui è provvisto il rullo di scorrimento, che rendono pressoché impossibile il fastidioso fenomeno dell’imparruccamento. La frizione, posta sotto il braccetto di riavvolgimento è ampia e consente lo sblocco o il blocco immediato del tamburo del mulinello.

Nel complesso si tratta di caratteristiche in parte già viste anche in altri fucili, pertanto andiamo ad analizzare il suo comportamento in acqua.

PROVA IN ACQUA.

Per la prova in acqua ho voluto utilizzare la configurazione originale, senza effettuare nessuna modifica significativa all’arma, giusto per capire se il prodotto “pronta consegna” potesse soddisfare le mie esigenze e giustificare la spesa abbastanza alta.

Entrato in acqua ho provveduto al caricamento, notando sin da subito la “nervosità” dell’elastico da 18, e visto che la battuta si è svolta nel basso fondo in prossimità della costa, ho deciso di bloccare l’elastico sulla seconda pinnetta. Per prendere confidenza coll’arma ho deciso di effettuare alcuni tiri su salpe e tordi. Ahimè… quattro tiri quattro padellate: quando ho effettuato i primi tiri non ho avvertito nessun rinculo, anche se caricato a media potenza (seconda tacca), e malgrado questo il tiro ha sviluppato una gittata di oltre tre metri. Cosa mi ha fatto sbagliare tiri così semplici? Uno dei fattori determinanti è sicuramente la novità dell’arma, non avendola mai usta è del tutto legittimo padellare, quindi bisogna capire dove si sbaglia.

La prima cosa da fare è capire dove e quando si commettono errori semplicemente analizzando il comportamento dell’azione di caccia: in fase di aspetto ho notato una lieve flessione verso destra della linea di mira, il che mi ha portato a tenere il polso inclinato. Effettivamente così facendo ho alterato il tiro, perché nonostante l’assenza di rinculo il fatto di avere il polso non stabile causava un impennata all’asta. Ho così capito che l’errore commesso è stato quello di non avere il braccio ben teso in linea con l’occhio.

Il successivo tuffo è stato eseguito con un aspetto da manuale, nascosto dietro una roccia con il braccio completamente teso ed in linea con il fucile: il tiro è risultato pulito e preciso tanto da insagolare fulmineamente un bel cefalo che si aggirava nella mia linea di mira. Essendo una giornata di scaduta da scirocco, l’acqua vicino alla costa non era limpida, nonostante un mare totalmente calmo. Pertanto, visto anche il comportamento tranquillo della mangianza, non ho percepito la presenza di predatori importanti. Altri tre tiri in aspetto e altri tre cefali nel carniere. Dopo quasi tre ore di pesca e nessun predatore avvistato decido di terminare la mia battuta, che nel complesso non è andata male: quattro cefali e due polpi.

Una settimana dopo, preparata tutta l’attrezzatura, mi sono recato in una zona di pesca dove un amico mi aveva informato della presenza di ricciole. Pur non essendo luogo caratterizzato dalle mie abituali batimetriche, decido di provare ugualmente portandomi appresso lo Sporasub ONE 90.

Entrato in acqua mi sono reso subito conto che il fondale era abbastanza impegnativo e che la maggior parte dei punti più interessanti non erano alla mia portata. Dopo circa un ora e mezzo che razzolavo ho notato un pianoro con una roccia a forma di corno a 5 metri dalla superficie, mentre dal lato opposto rispetto alla roccia il fondale scendeva a strapiombo per almeno altri 10 metri. Dopo le normali manovre di ventilazione eseguo il tuffo portandomi dietro la roccia per eseguire un aspetto. Mentre ero intento ad osservare la presenza di qualche pinnuto, ad un tratto dalla parte profonda del fondale mi è apparso un branco di ricciole che risaliva ad una distanza di oltre quattro metri da me, l’arbalete era caricato all’ultima tacca quindi alla massima potenza e ho sparato nel centro del branco. Una volta in superficie ho visto scorrere la sagola dal mulinello deducendo che qualche esemplare era stato colpito dalla mia asta. Ho iniziato a riavvolgere il mulinello e con grande stupore ho visto insagolato un dentice di quasi 2 kg. Afferrata la preda fra le mani, mentre ancora si dimenava, gli ho inferto il colpo finale con il coltello e l’ho riposto nel mio carniere. A questo punto ho deciso che la mia battuta di pesca fosse terminata anche perché una fortuna del genere non si può ripetere nella stessa giornata.

Posso affermare che lo Sporasub One 90 è un arbalete leggero e con un tiro pulito e molto potente, adatto sia per il basso fondo che per quote più impegnative. Grazie al fatto che l’asta può contare tre pinnette si può calibrare la potenza secondo le esigenze del momento. Sono pienamente soddisfatto di questo arbalete tanto da aver deciso di acquistarlo. Tempo permettendo cercherò di provare nuove configurazioni più idonee alla stagione invernale, sperando di poter avere nuovamente delle belle soddisfazioni.

3 Commenti

  1. Tommy ha detto:

    Bel fucile e da quello che leggo fucile fortunato!
    Hai fatto bene ad acquistarlo 😉

  2. pippomdv ha detto:

    Proprio ieri sera stavo leggendo di questo fucile della sporasub, sul sito uff., nell’intento di rinnovare l’attrezzatura, in particolare il fucile, un omer 96 ormai troppo vecchio.
    E adesso vedo il tuo articolo..
    Se il prezzo non è proprio proibitivo, lo vado a cercare in negozio per dargli una occhiata più da vicino.
    Grazie per la puntualità 😉

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