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Il vecchio Cressi SL 70 rimesso a nuovo

Cressi SL 70Qualche post addietro ho mostrato un cressi sl 70 (degli anni 70…) smontato sul mio tavolo di lavoro. Ho da poco finito di riassemblarlo, portarlo in pressione (20 atm) e constatare che al momento tiene bene e non si notano perdite ne di aria ne di olio.
Rispetto alla versione originale gli ho sostituito la valvola con una compatibile con il mio compressore (così non dovrò sbattermi per ricaricarlo); inserito un pistone in plastica Mares in luogo di quello originale metallico; sostituito la volata con una nuova Tigullio (con dei bei fori inclinati per lo scarico dell’acqua dalla canna); cambiato l’oring dell’astina del variatore, da dove prima si sentiva qualche leggero spiffero.
Per la lubrificazione ho usato 20 ml di un miscela composta al 50% da olio per forcelle sae 10, 25% di CRC Marine e 25% di olio al teflon puro.
L’ho poi corredato di asta nuova da 8 mm (con scorri sagola orribile, ma i Devoto da 8 mm. non riesco a trovarli) pagata la bellezza di 12 € (furto), fiocinetta Venturi e spezzone di dynema da 1,5.
Benché in teoria si presenti bene come fucile per il razzolo in acqua torbida, la mia intenzione è quella di utilizzarlo come fucile per tana e piccoli agguati. In questo dovrei essere agevolato dalla fiocinetta venturi, che a quanto si dice permette un tiro lungo e preciso.
Il problema, più che altro, è riuscire ad andarci a pescare. Tanto per cambiare.

Un Cressi SL 70… anni 70!

Cressi SL 70Il fucile smontato nel mio tavolo di lavoro è un Cressi SL 70 degli anni 70. Uno di quelli, ormai rari, con il grilletto in metallo. Il modello in questione ha una piccola perdita d’aria dall’astina del variatore di potenza, che spero di aver risolto con la sostituzione di un o’ring.
Dico “spero” in quanto nel frattempo mi si è rotto il raccordo del compressore che si avvita alla valvola di precarica (solita sfiga).
Comunque, il fucile è in ottime condizioni, ma presenta alcuni difetti progettuali. Innanzi tutto sostituirò il pistone in metallo con uno mares in plastica, al fine di scongiurare fenomeni di corrosione e, particolare non trascurabile, poter contare su una massa di impatto inferiore.
La testata originale ha dei fori di scarico insignificanti, e anche a volerli lavorare non c’è lo spazio sufficiente. Ho pensato di sostituirla con una cressi di più recente produzione , con fori svasati e inclinati, ma la lunghezza della parte filettata non consente un perfetto accoppiamento con canna e ogiva. Ho optato per una testata Tigullio, con grandi fori svasati e dimensioni del filetto che più si avvicinino a quelle della testata originale Cressi. Per scongiurare perdite ho aggiunto un o’ring alla canna. Portato il fucile a 5/6 atm sembra reggere senza perdite, ma finché non riuscirò a collaudare il fucile a 30 atm non avrò la certezza che tutto funzioni a dovere.
L’esigenza di sostituire la testata nasce anche dal fatto che quella originale dispone di una boccola di ammortizzo metallica, non sostituibile con quella attualmente in produzione in quanto il diametro risulta leggermente differente.
L’ultima (per ora) modifica consta nella sostituzione della valvola di precarica di serie con una seac (ho trovato quella, ma appena riesco prendo la mares) per poter caricare il fucile tramite il compressore.
Appena avrò un po’ di tempo cercherò di sostituire il perno del dente di sgancio con uno di diametro ridotto, utilizzando il metodo SVL o quello Paolork (oppure comprandone uno apposito, vedremo).
L’ideale, infine, sarebbe dotare il fucile di una testata sottovuoto. Ma per quello ci sarà tempo.