La compensazione

pesca sub

Compensazione forzata dell’orecchio medio.

L’apnea è una pratica antichissima che ha portato l’uomo in un ambiente a lui non naturale sia per esigenze di caccia che di puro svago, ma spesso si sottovalutano i principi fondamentali del proprio corpo ignorando così i propri limiti e la consapevolezza dell’atto di apnea.

L’apneista o il pesca sub deve affrontare le immersioni in “modo consapevole” e sicuro per far si che non insorgano seri problemi.

La Compensazione.

Uno degli aspetti fondamentali da conoscere, per chi pratica apnea, è la “Compensazione forzata dell’orecchio medio”.

La compensazione spesso si manifesta come una pressione all’interno delle orecchie inizialmente fastidiosa per poi aumentare e manifestarsi con dolori. Questo fenomeno accade per effetto della pressione esterna che è differente da quella del nostro corpo, facendo si che l’aria contenuta nei polmoni tenda ad espandersi e raggiungere tutte le cavità dell’apparato respiratorio (trachea, laringem seni frontali e paranasali) compensandole in maniera spontanea evitando danni o implosioni. L’apparato uditivo, anche se collegato con quello respiratorio, non riesce a compensare in modo spontaneo poiché esiste una naturale ostruzione determinata dalla “Tromba di Eustachio”  (canale particolarmente stretto e sinuoso) ed ha bisogno di particolari manovre per raggiungere un’equivalenza di pressione con l’esterno.

Spesso accade che non si riesca a compensare l’orecchio medio in quanto le mucose presenti in  queste cavità possono essere congestionate (raffreddore, sinusiti, etc) e potrà accadere che il passaggio di gas non sia possibile o diventi difficoltoso, in questo sarà bene rinunciare ad immergersi.

Come si compensa?

Esistono diverse “manovre” di compensazione che spesso prendono il nome dai loro ideatori.

La più diffusa è quella di “Valsalva” (che prende il nome dall’anatomista Antonio Valsalva che la utilizzò per curare otiti purulente) che prevede la chiusura delle narici con le dita e il soffio di aria nell’ostruzione del naso. In questo modo l’aria viene sospinta verso le tube di Eustachio e di conseguenza nell’orecchio medio portando ad equilibrare la pressione idrostatica esercitata dall’acqua presente all’esterno del timpano. Anche se è una manovra semplice richiede uno sforzo espiratorio notevole che può causare vari inconvenienti legati all’importante incremento della pressione endotoratica oltre a procurare baro traumi. Altri traumi che può causare questa manovra se forzata possono essere la rottura del timpano, le emorragie oculari, il distacco della retina e l’ictus.

La manovra di “Frenzel” (ideata da Duglio Mercante e dal prof. Giorgio Odaglia) è meno traumatica e più efficace, ma difficile da effettuare. La manovra prevede la chiusura delle narici con le dita della mano, il puntellamento della parte anteriore della lingua ed il sollevamento della parte posteriore della lingua in alto e indietro in modo da sospingere l’aria contenuta nella bocca verso le tube di Eustachio. Questa manovra è meno traumatica ed molto più efficace, ma è difficile da insegnare, l’unico modo per apprenderla è esercitarsi di continuo.

La manovra di “Toynbee” consiste in un movimento di deglutizione a bocca e naso chiusi permettendo un livellamento delle pressioni, poiché il movimento dei muscoli attivi nella deglutizione causa l’apertura dell’orificio inferiore delle tube di Eustachio consentendo il passaggio di aria dal rinofaringe all’orecchio medio. Questa tecnica permette una compensazione più delicata visto che non c’è movimento forzato e non causa traumi.

 Compensare è fondamentale e quanto più si scende tanto diventa importante e spesso si deve compensare più volte. Questo mio articolo non ha lo scopo di insegnare i metodi di compensazione, ma solo di illustrare l’importanza e la consapevolezza di tale manovra.

Esistono diversi siti dove vengono illustrate le manovre, ma quello che ogni apneista o pesca sub deve apprendere è la necessità di conoscere il proprio corpo e i propri limiti.Vi ricordo che tra un tuffo ed un altro bisogna fare riposare il corpo con delle pause importanti per evitare di incorrere in una sincope, questa pausa deve essere maggiore in proporzione alla maggiore profondità.

2 Commenti

  1. fabio famà ha detto:

    Ciao Spongy, mi piace il tuo articolo. Io, per esempio, riesco a compensare con la manovra di
    “Frenzel”. Purtroppo ho il setto nasale un pò deviato e non riesco a compensare con quella di
    “Toynbee”, come invece riesce a fare mio fratello (beato lui!), grande pescatore…

  2. salvatore ha detto:

    Ciao Spongy, volevo sapere se potevi capire il mio problema.
    Praticamento non riesco a compensare a testa in giu, quindi quando sono in discesa in apnea, ad un certo punto devo fermarmi, girarmi con la testa verso l’alto, compensare e poi continuare la discesa e questo tutte le volte necessarie in base alla profondità del fondale. Ivece in un paio immersioni con le bombole avendo il gav e avendo quindi la possibilità di discesa senza alcun bisogno di mettermi a testa in giu, va tutto a meraviglia.
    Sono stato in diversi otorini ma mai in un otorino sub, ho fatto tanti tipi di controlli diverse volte, come endoscopia, audiometria ecc… ma niente è tutto regolare.

    Spero possa darmi un aiuto.

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