Sono sempre stato un sostenitore del ricorso all’utilizzo delle tecniche di mimetismo nella pesca subacquea. Al giorno d’oggi, la relativa scarsità di prede e la crescente difficoltà con le quali si riesce a portarle a tiro, hanno convinto un buon numero di pescatori a considerare i camuffamenti più o meno spinti un ausilio utile per incrementare le probabilità di realizzare onesti carnieri. Purtroppo il mondo della caccia in apnea è pieno di campioni e primedonne, che tendono a deridere chi prova a compensare le proprie lacune tecniche ricorrendo all’ottimizzazione dell’attrezzatura. È una diatriba vecchia come il mondo: c’è chi nasce “imparato”, e c’è chi riesce a investire buona parte del proprio tempo libero nel miglioramento della tecnica. Poi ci sono quelli che non sono né l’una né l’altra cosa, e che grazie anche a mimetismo e cura maniacale dell’attrezzatura riescono a diminuire il numero delle uscite a vuoto.
Articoli in attrezzatura
Altra palncetta, altra prova.
Oggi tocca all’ultima versione della famosa plancetta Okipa 2, made in best divers. Comincio con l’elencarne le principali caratteristiche:
- Tre camere d´aria separate: in pratica il cuore di questa plancetta consiste in due “cuscini” lunghi per le due camere laterali, e uno – quadrato e più piccolo – per la camera centrale.
- Protezione esterna realizzata in PVC arancione.
- Misure (molto generose): 90 x 62 x 16 cm.
- Peso: quasi 2 kg.
- Bandiera con asta lunga 40 cm.
- Tasca porta oggetti con doppia apertura e chiusura con velcro; vano scoperto ma provvisto di “rete a ragno” (come quelle per i portabagagli delle auto) per trattenere gli oggetti. Vi si possono facilmente stipare la torcia, il contenitore stagno, ecc.