Il tiro al bersaglio parte 2: il tiro libero

pesca sub

Il tiro libero o detto anche: “di precisione” è sicuramente la disciplina rappresentativa e d’ingresso al Tiro Sub. In quanto rappresenta e costituisce il primo approccio a questo sport, non richiede alcuna preparazione fisica o sforzi particolari. E’ praticabile da ogni sesso e ogni età (minimo 16 anni compiuti) e non richiede un allenamento specifico. Molti utilizzano le gare selettive come allenamento stesso. Il tiro libero in gara si svolge in due manche. In ogni manche l’atleta dovrà effettuare 5 tiri piazzati consecutivi, sempre sul solito foglio bersaglio, nel tempo limite di 5 minuti.

Ogni manche è realizzata in diverse batterie, cioè gruppi di atleti che effettueranno contemporaneamente la loro prova, ovviamente uno per ogni linea di tiro. In ogni linea di tiro c’è una sagoma bersaglio.

All’inizio di ogni competizione vengono concessi 15 minuti di prove libere per ogni atleta, al fine di ritrovare o verificare il setup in quelle specifiche condizioni.

Al via del direttore di gara, l’atleta sorpasserà la linea i partenza, effettuerà tranquillamente un percorso di 10 metri in superficie, fino alla linea di tiro. Li affonderà in ginocchio per sovrappeso. Una volta sul fondo caricherà il fucile, acquisirà la posizione di sparo, sorreggendo il fucile con una sola mano ed effettuerà il tiro. Dopo di che riemergerà stando sul posto e in superficie respirando, riarmerà il fucile per il tiro successivo.

Il caricamento del fucile deve sempre avvenire in immersione e con la punta dell’asta sempre rivolta verso il bersaglio.

Così via per  5 tiri consecutivi, uno per ogni bersaglio presente sul foglio.

Al termine dell’ultimo tiro, ritornerà in superficie ventilando oltre la linea di partenza e alzerà il braccio per comunicare ai cronometristi il termine della prova e quindi interrompere il calcolo del tempo.

Naturalmente in questa disciplina conta maggiormente la precisione e non il tempo. Anche se si dovesse sforare il limite dei 5 minuti, questo comporterebbe solamente la penalizzazione di qualche punto per ogni secondo di eccesso.

Viene utilizzato uno speciale regolo di precisione per determinare in mm l’effettiva distanza tra il centro del foro praticato dall’asta e il centro del bersaglio, attribuendo un punteggio per ogni tiro. Poi si sommeranno tutti i punteggi dei 10 tiri, ottenendo il risultato finale.

Primo Girolimetto recordman Italiano in carica Tiro Libero

Dopo che tutti gli atleti in gara hanno terminato la prima manche, si ricomincia il giro con la seconda manche su un nuovo foglio bersaglio.

La distanza di tiro minima consentita è sempre di 3 metri, tra la punta dell’asta e il foglio bersaglio. Mentre nelle competizioni internazionali questa sale a 4 mt.

Naturalmente i fucili utilizzati per questa delicata disciplina sono gli arbalete, solitamente nelle misure 100 e 110, perché più stabili e precisi. Da quest’anno non sono ammessi i fucili in legno e tutti i fucili utilizzati devono essere necessariamente di serie. Quindi niente assemblati anche se con componenti tutte di serie.

Sono ammessi i roller di serie e non in legno.

Non è consentito l’uso del mulinello e qualsiasi forma di galleggiante o affondante, sia interna che esterna applicata in seguito al fucile.

Non è consentito creare artificialmente dei riferimenti di mira sul fucile applicando ad es adesivi e non è più consentito l’utilizzo della torcia subacquea per illuminare il bersaglio.

La lunghezza massima consentita per l’asta è di 150 cm e al massimo 8 mm di diametro.

Il fucile senza asta deve galleggiare e pesare al massimo 2kg.

All’asta va sempre tolta o neutralizzata l’aletta e la punta va troncata e piallata e portata tra 3 e 4 mm di diametro.

L’asta va sempre sagolata al fucile con una sagola in un unico pezzo dalla testata al codolo, del diametro minimo 0,80 mm. Di solito si utilizza un nylon colorato da 0,8 o 0,9 con degli sleeves di pari misura. Realizzando un’impiombatura del tutto simile a quella da pesca, ma in miniatura.

E’ consentito l’utilizzo in gara di un fucile di riserva, se posizionato sotto la linea di partenza prima dell’inizio della mance dall’atleta stesso.

Fondamentale in questa disciplina una zavorra estremamente abbondante, che consenta l’affondamento veloce a polmoni pieni e garantisca totale stabilità sul fondo durante il puntamento e il tiro.

Essendo così abbondante, è utile distribuirla con schienalino e cavigliere. Di solito, un adulto con muta da 3mm completa, utilizza circa 11-12 kg.

Le prove di tiro vengono fatte quasi sempre in poca acqua, quindi è sufficiente che l’atleta si alzi in piedi e con le pinne puntate sul fondo, riesce agevolmente a riemergere totalmente con la testa.

Di conseguenza, meglio utilizzare quindi pale lunghe da apnea in materiale plastico e molto rigide proprio per il motivo appena descritto.

I tremori da freddo vanno totalmente evitati ed eliminati, utilizzando mute parziali o complete da 3mm.

Fondamentali i guanti che dovranno essere aderenti, leggeri e serviranno sia a proteggere le mani nelle fasi di riarmo e caricamento e anche per impugnare saldamente il calcio del fucile, evitando movimenti e scivolamenti indesiderati. Utile tagliare le prime due falangi del guanto per ogni dito, in modo da avere la massima sensibilità.

I calzari non sono indispensabili. Maschera e boccaglio completano l’attrezzatura indispensabile.

Molto utile e spesso utilizzata una ventosa da posizionare sul fondo, utile per mantenere sempre la corretta distanza di tiro ed evitare spiacevoli penalizzazioni e anche per aiutare a trovare sempre la corretta postura di tiro.

La posizione di tiro maggiormente utilizzata è quella ritratta nella foto sopra. Distesi a pancia sotto sul fondo, gambe dritte e leggermente divaricate, con almeno 5 punti di contatto con il fondo: (le due ginocchia, le due pinne e la mano libera). Entrambe le braccia completamente distese e la testa quasi del tutto inarcata all’indietro. Ma naturalmente questa è del tutto personalizzabile.

Alcuni utilizzano anche posizionare un vistoso pedagno auto costruito in corrispondenza della linea di tiro, da toccare con la punta dell’asta in fase di puntamento, per verificare di non oltrepassare tale linea.

C’è chi usa chiudere un occhio per mirare e allineare i 2/3 riferimenti necessari sul fucile. Per fare questo occorre individuare l’occhio dominante. Ognuno di noi ha un occhio dominante e spesso coincide con la mano dominante, ma non è detto.

Per individuare l’occhio dominante occorre puntare il dito indice, a braccio disteso, di fronte a se, indicando un punto fermo preciso, poi a turno si chiude un occhio e poi l’altro. Vedrete che in un caso il dito indice non sarà più ad indicare il punto scelto, ma anzi si sarà spostato di molto, con l’altro occhio invece il dito resterà perfettamente puntato sul punto scelto.

Ovviamente si dovrà mirare chiudendo l’occhio non dominante. Altri invece sostengono che la miglior precisione si ottiene con entrambi gli occhi aperti. Io personalmente uso chiudere un occhio nel Tiro Sub e invece miro con entrambi gli occhi aperti in pesca. La precisione e la cura dei dettagli sono tutto in questa disciplina.

Occorre sicuramente un fucile stabile, preciso, con un buon meccanismo di sgancio, che garantisca fluidità, morbidezza e soprattutto ripetibilità e costanza nelle prestazioni. Dovrà essere lungo a sufficienza , con una buona massa e con guida asta integrale, in modo da garantire una traiettoria in uscita dell’asta, il meno perturbata possibile.

Poi andrà fatto un setup personale, giocando con la lunghezza, lo spessore e il peso dell’asta; la lunghezza, il materiale e il diametro degli elastici. Anche le ogive possono aiutare a trovare la massa a punto ideale.

Si utilizzano indifferentemente elastici circolari o a spezzone, sia imboccolati che legati. Di solito si utilizzano i 14 o 16 mm di diametro, che garantiscono buone performance e un non eccessivo rinculo. Ottime le mescole che garantiscono una costanza di rendimento, anche nel caso di diversi tiri consecutivi realizzati in un breve lasso di tempo.

Il rinculo è il peggior nemico nel tiro sub e va evitato o controllato. Per questo si utilizzano dei coefficienti di trazione degli elastici molto ridotti, intorno al 200%. Questa soluzione comporta una traiettoria del tiro a parabola con una notevole caduta anche a soli 3 mt di distanza, ma consente di ridurre e controllare appunto il rinculo.

Naturalmente occorrerà correggere tale caduta con un opportuno riferimento di mira, ottenuto analizzando e considerando l’alzo e lo sbando specifici. L’alzo è la correzione verticale che andrà apportata in fase di mira per correggere appunto la caduta. Lo sbando è la correzione laterale da apportare per correggere i movimenti laterali rispetto al centro del bersaglio.

Come avrete capito nessun fucile spara dritto, l’avreste mai detto? E quindi di fatto si andrà a mirare in un punto del bersaglio diverso dal centro. Il centro perfetto del bersaglio, che attribuisce il punteggio massimo di un tiro, è esattamente dello stesso diametro della punta dell’asta, potete facilmente immaginare la difficoltà.

Di solito in gara si punta a mantenere tutti e 10 i tiri in un diametro pari a una moneta da 2€. Il mantenimento e il ripetere delle performance, è la parte più difficile da concretizzare. Basta una variazione di temperatura dell’acqua, la profondità della piscina, il tempo di immersione in acqua degli elastici, per comportare sostanziali variazioni nei tiri.

Anche il modo in cui si dispongono le dita della mano sull’impugnatura e il modo in cui si contrae il grilletto possono deviare il tiro. I battiti cardiaci vanno controllati e tenuti bassi e fondamentale sarà la posizione di tiro e la contrazione dei muscoli di tutto il corpo. Insomma qualcosa di maniacale, alla ricerca sempre della massima precisione e nella cura del più piccolo dettaglio al fine di migliorarsi sempre.

Da qui anche l’utilità, che molte ditte produttrici di attrezzature subacquee, hanno riscontrato collaborando con atleti praticanti il TiroSub. Per avere dei feedback di dettaglio e delle idee progettuali che magari non riuscivano a reperire dai pescasub, unificando le informazioni, completandole.

Come tengo sempre a precisare, questo non perché una categoria è migliore dell’altra, ma semplicemente perché in un ambiente controllato come la piscina e con un bersaglio statico, il tiratore non è distratto da mille altri fattori ed ha, come unica finalità del gesto, il fare centro e capire cosa non va. Mentre il pia ha come finalità la cattura della preda e deve seguire ed osservare contemporaneamente molti altri indizi.

Il bello dell’agonismo in questa disciplina è l’auto controllo. Il primo rivale siamo noi stessi, la gara si fa con il proprio storico e nel tentativo di evitare errori, poi viene in secondo piano la competizione con gli altri atleti in gara.

Molto utile, anche nella pescasub, perché aiuta ad individuare a capire e a correggere ogni eventuale difetto presente nei nostri fucili da pesca. Facilitando l’individuazione del setup ideale. Inoltre insegna a mantenere il sangue freddo e a premere il grilletto solo nel momento giusto, premendolo in modo da non spostare il tiro. Ad irrigidire bene il polso e il braccio nei tiri mirati, per evitare il disperdere dell’energia e controllare il rinculo, evitando magari qualche spiacevole padella che tutti noi abbiamo purtroppo fatto.

video tiro libero:

http://www.youtube.com/watch?v=dQIB_qzHJ6Y

http://www.youtube.com/watch?v=sLZrB8kSCFQ

3 Commenti

  1. Francesco ha detto:

    molto interessante. ma come mai sono indicati gli arbalete per questo tipo di competizione? per il fatto che bisogna caricarli in acqua e per giunta con l’asta in direzione del bersaglio?

    • Stefano.Oggioni ha detto:

      il motivo principale è perchè l’asta nell’arbalete si inserisce sempre nella stessa posizione e quindi i difetti sono sempre costanti e facili da prevedere. Mentre nel pneumatico l’asta può introdursi in qualsiasi posizione e quindi i difetti del tiro sarebbero ogni volta incogniti. Poi c’è una teoria sulla maggior precisione degli arbalete e la miglior bontà nei meccanismi di sgancio rispetto ad un pneumatico (sempre ovviamente di serie)

  2. gioacchino ha detto:

    Ringrazio Stefano oggioni per questi articoli,molto chiari e interessanti,fanno venire voglia di cimentarsi nel tiro al bersaglio soprattutto a chi come me è lontano dal mare

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