Tecniche di pesca sub: l'aspetto!

pesca sub

La tecnica dell’aspetto sul fondo è stata scoperta molto tempo fa dai pescatori subacquei nel tentativo di riuscire ad avvicinare i dentici, successivamente si è visto che è valida per quasi tutte le specie ittiche. L’espediente di successo della pesca all’aspetto è sicuramente la curiosità innata dei pesci nell’andare a vedere cosa è caduto sul fondo, con la speranza magari che si tratti di cibo.

Sostanzialmente semplice come concetto, la tecnica di pesca all’aspetto prevede un discesa lenta, armoniosa e un appostamento sul fondo che sia soppratutto immobile ma anche sufficientemente coperto da non svelare tutta la nostra massa. La tecnica dell’aspetto può esserre effettuata con successo a qualsiasi profondità come per esempio a soli 2 metri di fondale nel caso delle spigole o a più di 10 metri per avvicinare i dentici.

Sembra facile ma come tutte le tecniche va eseguita a perfezione se vogliamo ingannare i nostri furbissimi pinnuti. Come sempre diciamo che non esistono regole assolute per la pesca all’aspetto ma ogni pescatore avrà il suo personale perfezionamento, e in questo articolo vi riporto le mie ossevazioni imparate soprattutto più dall’esperienza che dal “sentito dire”.

Come prima regola la sicurezza, per fare l’aspetto dobbiamo a volte rimanere sul fondo per un bel po, quindi riposo e ventilazione saranno i nostri primi pensieri che non dobbiamo assolutamente  sottovalutare. La capovolta sarà calma e silenziosa, altrimenti non troveremo nulla al nostro arrivo, e la discesa invece deve essere effettuata pinneggiando lentamente in modo da farci percepire, ai pesci al di fuori del raggio visivo, come un oggetto che sta cadendo sul fondo.

Per portare a termine un aspetto con successo è importantissima la scelta dell’appostamento, dobbiamo scegliere prima la direzione da cui crediamo possa arrivare il nostro sfortunato pescione e poi dobbiamo identificare una zona idonea ad occultarci quasi completamente, come una conca o una serie di massi abbastanza alti. Infatti scendere e rimanere appollaiati su uno scoglio, magari visibili per più della metà del nostro corpo, è praticamente inutile a meno chè la nostra preda non sia particolarmente stupida. Scegliamo dei ripari abbastanza alti, tenendo conto che la nostra ipotetica preda potrebbe arrivare nuotando a mezz’acqua, quindi da una posizione più alta.

Il nostro riparo deve contenere possibilmente tutto il corpo, dalle pinne fino al fucile, bisogna occultare tutta la figura soprattutto nella direzione da cui ci aspettiamo le visite. Il fucile conviene tenerlo dentro il riparo e pronto a farlo scattare fuori con un minimo gesto, infatti è preferibile tenere sporgente solo la punta.

Una volta raggiunto il fondo e l’appostamento desiderato dobbiamo “spiare” con discrezione al di là del nostro scoglio e percepire qualsiasi sagoma in avvicinamento, se vogliamo guardarci intorno dobbiamo ruotate il capo lentamente, alcuni esperti riescono pure a sfilarsi il tubo aeratore. Se il pesce è in arrivo è importantissimo rimanere immobili, non muovere un muscolo e non fare nessun rumore, basta infatti poco, anzi pochissimo, come urtare le pinne o il fucile sugli scogli per spaventare la nostra eventuale preda. Quando il pesce è ancora lontano abbiamo limitati margini di manovra per aggiustamenti di mira o postura.

Supponiamo che siamo riusciti ad attirare l’attenzione di un bel sarago ma non vuole avvicinarsi più di tanto, la migliore cosa da fare è ritirarsi lentamente dietro al riparo in modo che lui non ci possa più vedere, questo farà scattare la sua curiosità e sarà costretto ad avvicinarsi se vuole vedere cosa c’è dietro quell’anfratto. Purtroppo neanche noi in questo caso riusciremo a capire se si sta avvicinando oppure no, qui ci vuole l’esperienza per capire quanti secondi aspettare per poi uscire allo scoperto e sparare fulmineamente.

Ecco alcune immagini trovate in rete per farvi vedere un pesca sub all’aspetto.

Questa non mi piace molto, sia perchè non mi sembra esteticamente il massimo appoggiarsi sul fondo sabbia con la muta nera (i forti contrasti sono più visibili) e anche perchè in questo caso si è coperti poco ed  esclusivamente da una unica direzione.
Neanche questa va bene secondo me perchè troppo sporgente dal dosso a cui si è appoggiato, il mimetismo però è buono.
Ecco un ottimo aspetto, tutto il corpo e il fucile sono coperti dai pesci che gli arrivano di fronte, e anche se non si vede bene dall’immagine, il sub è coperto anche dal lato sinistro.
Anche questo appostamento ha una buona resa, grazie alla posidonia alta il sub è riuscito ad appoggiarsi in un avvallamento e ad occultare il fucile nelle alghe.

Apnea e metodo
Per un buon aspetto è anche necessaria una buona prestazione fisica, la preda può presentarsi al nostro cospetto appena tocchiamo suolo oppure dopo parecchio tempo, tuttavia in salvaguardia della nostra sicurezza è bene non fermarsi mai al limite delle possibilità. In qualunque caso o imprevisto è sempre consigliato risalire con un po d’anticipo.

Purtroppo siamo spesso spettatori dei filmati su internet o nei dvd specializzati di questi famosi campioni che riescono a rimanere per 2 minuti ben oltre i 10 metri di fondo ad attendere le loro eccezzionali prede, in realtà noi comuni pescatori (me compreso) siamo ben lontani da simili prestazioni, questo non vuol dire che non saremo in grado di portare a casa le medesime prede.

Comunque, vi consiglio di effettuare i vostri aspetti rimanendo in attesa dell’avvicinamento per circa la metà del vostro tempo di apnea, se niente di buono si è materializzato in questo frangente allora potete tranquillamente risalire e cambiare zona, anche perchè se si avvicina una bella preda e siene vicini al limite d’ossigeno non avrete la necessaria lucidità per portare a termine l’avvicinamento degli ultmi metri. Procedete in superficie spostandovi in diverse direzioni per almeno 20 metri prima di riprovare un nuovo tuffo, è molto più efficace tentare tante piccole apnee che poche ma lunghe.

Il Fucile
Ecco finalmente che i promotori della potenza possono dare sfogo alla loro mania, l’aspettista puro infatti adotta fucili medio-lunghi. E’ proprio qui che si vedono utilizzare arbalete dal 100 in poi con più di una gomma oppure fucili pneumatici ultra pompati o modificati sottovuoto. Grazie al fatto che normalmente l’azione di pesca all’aspetto si conclude con un tiro al libero, quindi senza il rischio di centrare uno scoglio, il pescasub può finalmente permettersi il lusso di usare il cannone che ha curato e costruito per tutto l’inverno.

Aggiungiamo pure che un fucile potenziato se non è equilibrato e di massa inadeguata effettuerà dei tiri forse lunghi ma scarsamente precisi, soprattutto oltre i 3 metri di gittata, e sfido chiunque a colpire con precisione le normali prede (sotto il chilo) a distanze siderali.

Attenzione però, perchè può capitare di scendere per un aspetto e trovarsi inaspettatamente una preda di mole intanata o rasente lo scoglio che ci fa maledire il giavellotto con cui siamo scesi. Oppure capita più spesso che abbiamo scelto la giornata sbagliata per l’aspetto e tutto il pesce, non si sa perchè, si trova sottocosta e dobbiamo insidiarlo all’agguato. Per questi motivi è sempre bene avere 2 fucili (corto e lungo) o come molti preferiscono un 90 allestito in modo universale e non esasperato.

4 Commenti

  1. Lore ha detto:

    Bell’articolo 😉

  2. Darren ha detto:

    Molto interessante, grazie

  3. Andrea ha detto:

    Grazie Ivan, nonostante la mia età non proprio giovane e sia un neofita in questa splendida disciplina, ho passato la serata a leggere con avidità i tuoi articoli, vecchi e nuovi e penso e spero che riescano ad essermi di aiuto in futuro… Sicuramente continuerò a seguire il tuo lavoro.. Un Saluto

    • ivan.palumbo ha detto:

      Grazie a te per avermi letto, in realtà anche io mi considero un principiante. Per fortuna ho sempre voglia di andare a mare, sperimentare, osservare e … scrivere tutto così come lo vivo io.

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