Gran Trofeo FIPSAS di Tiro al Bersaglio Subacqueo

pesca sub

Una lunga emozione Azzurra.

Gran Trofeo FIPSAS di Tiro al Bersaglio Subacqueo, gara internazionale valida come Pre-Campionato Europeo (6-7-8/06/2012).

Indossare quella maglia e quella divisa è un’emozione indescrivibile, che soltanto quei pochi che hanno avuto il piacere e l’onore di provare possono comprendere appieno. Una di queste occasioni è capitata il 06/06/2012 in quel di Lignano Sabbiadoro, dove sei fortunati atleti sono stati chiamati a rappresentare la nostra Nazione in questa competizione.

Già nel tragitto fatto per raggiungere la location, il fatto solo di indossare gli abiti Federali ha contribuito a creare la giusta concentrazione e il giusto spirito di squadra. Atleti che normalmente si affrontano come avversari, si sono subito uniti e ritrovati con un ottimo affiatamento.

Il ritrovo è all’ingresso del villaggio GETUR, primo punto di contatto con gli ottimi organizzatori provenienti dal Sub Club Brescia e con le squadre avversarie. Abbiamo avuto un primo impatto molto forte quando, da una piccola utilitaria presa a noleggio, sono scesi quattro immensi atleti Francesi, seriosi ed altissimi, anche loro in alta uniforme sportiva. Ti incutevano già un certo rispetto.

Fisici super atletici e visi concentratissimi. Altro bell’impatto alla vista delle atlete Ucraine, che tra l’altro attiravano l’attenzione anche da un punto di vista non puramente sportivo. E cosi via anche per gli amici Russi.

Peccato per l’indisponibilità, sopraggiunta all’ultimo momento, di Spagna e Kazakistan, in parte dovuta a problemi burocratici con i visti d’ingresso. Mercoledì, intero pomeriggio dedicato alle prove libere di staffetta e tiro libero di precisione.

Il CT Tino De Luca ha letteralmente strapazzato i componenti della squadra Azzurra, ma con un preciso percorso e un chiaro obiettivo: verificare approfonditamente il livello di preparazione e di tenuta dei singoli componenti, oltre a infondere fiducia negli atleti stessi, massimizzare la grinta agonistica e la concentrazione, stabilendo così anche l’ottimale composizione delle due squadre soprattutto per quanto riguarda la staffetta.

Durissimo lavoro quindi per il CT, che correva ovunque a bordo vasca cambiando bersagli, prendendo tempi e fornendo indicazioni e considerazioni. Non sono mancati gli incoraggiamenti del caso.
La sera alle 21 si esce dall’acqua e ci si trascina per una cena leggera e veloce, per poi proseguire con un briefing tecnico, smarcando classifiche e punteggi delle prove e definendo le strategie per la giornata successiva. Durante la notte mille pensieri e molta tensione, ma grazie anche alle fatiche della giornata si è riusciti dormito qualche ora.

Mattina presto di nuovo in acqua per un breve turno di prove di rifinitura poi al via le manche di Tiro Libero.
Da subito Adriano Argentino si distingue per un punteggio alto e una precisione assoluta, nonostante la fortissima emozione. Molto bene anche Meduri e Girolimetto, ma i Francesi non scherzano con i loro fucili
Meno avvantaggiati invece tutti gli atleti dell’est che utilizzano fucili pneumatici medio-corti, non proprio adatti alla distanza di tiro dei quattro metri, anche se ben caricati.
Sarà la tensione a fare la gara, vince chi sbaglia meno e la distanza del bersaglio fa si che anche il minimo errore sia amplificato.

Si conferma Argentino, seguito da Meduri, terzo Girolimetto con punteggi di tutto rispetto.
Pavel Antonov (Russo) conclude quinto con un punteggio sopra i 3000 punti, seguito dai Francesi.
Tra le donne si impone con costanza e ottimi punteggi la nostra Marini, seguita dalle tre atlete Ucraine.
Brava Maruska, unica Italiana in gara. Non si è fatta intimidire e ha gestito la sua prova con esperienza e controllo.

Nel pomeriggio, dopo una breve pausa, si è disputata la prova di staffetta a squadre.
Fondamentale il tempo di manche, oltre al punteggio totalizzato, a causa della notevole penalizzazione in punti stabilita dal regolamento.

Grazie all’ottima preparazione effettuata il giorno precedente con il nostro CT, la squadra Italia 1 (A. Argentino – P. Girolimetto – S. Oggioni) riesce a coniugare rapidità con i nove centri.
Secondi gli ottimi e veloci Francesi (S. Bentoubal – L. Chevalier – F. Chauvel), terza la seconda squadra Italiana (G. Meduri – M. Albano – M. Marini), velocissima ma che paga qualche errore nei tiri.
Venerdì mattina di nuovo tutti in acqua per l’ultima e combattutissima prova del Biathlon.
In questa disciplina fanno paura sia gli atleti dell’Est in quanto abilissimi con i fucili pneumatici, sia i rapidissimi Francesi che anche utilizzando gli arbalete riescono a svolgere i cinque percorsi veloci e senza nessun errore.

Ancora una volta il mitico Argentino mette tutti dietro, totalizzando i cinque centri entro il tempo limite, sempre dalla distanza dei quattro metri. Secondo il velocissimo Francese Bentoubal, che totalizza sempre cinque centri, seguito dal nostro Girolimetto con quattro centri. Alcuni atleti Italiani hanno pagato lo scotto di un pizzico di emozione nell’esecuzione dei tiri, rimanendo comunque velocissimi. Insomma la squadra Italiana sbaraglia il campo, anche se l’impresa si è dimostrata tutt’altro che facile e scontata.

Da sottolineare l’ottimo clima di convivialità e collaborazione che subito si è sviluppato tra le varie Nazionali. Un ottimo momento d’incontro per confrontarsi e analizzarsi. L’auspicio è che questa gara possa essere la prima di una lunga serie di appuntamenti internazionali, e che l’impegno e l’iniziativa dimostrata dalla nostra Federazione siano d’esempio e di stimolo per le altre Federazioni Internazionali.
Credo di poter affermare che venerdì notte, tutti e sei gli atleti Azzurri, abbiano fatto ottimi sogni.


Da sinistra: Marusca Marini, Marco Albano, Giuseppe Meduri, Tino De Luca, Primo Girolimetto, Adriano Argentino, Stefano Oggioni.

Alcune brevi interviste a caldo:
Tino De Luca (CT Nazionale, tutt’ora atleta e capitano dell’Europa Sporting Club Brescia):
PSB: La prima vittoria come CT Nazionale? Cosa si prova?
DL: Diciamo pure che è la terza, ma questa è stata davvero speciale perché con quattro nazioni in gioco si è respirato il clima della vera competizione internazionale, e dare delle indicazioni tecniche agli atleti in acqua è stata proprio una bella sensazione.
PSB: È stato difficile scegliere i convocati?
DL: Probabilmente è stata la cosa più semplice. Avevo già in mente i nomi da tempo, ho solo dovuto aspettare delle conferme che, puntuali, sono arrivate dalle gare selettive.
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara?
DL: Ero talmente concentrato sui miei ragazzi che era come se in acqua ci stessi andando io …. Un’emozione bellissima.
PSB: Sei contento delle performance? e dei risultati?
DL: Tutte le performance hanno evidenziato l’impegno che gli atleti hanno messo in acqua, che era quello che volevo, poi i risultati mi hanno confermato che le scelte fatte sono state giuste. Cinque vittorie su cinque gare si commentano da sole.
PSB: Conoscevi gli avversari? Cosa temevi di loro?
DL: Si, conoscevo i Francesi e sapevo che avrebbero potuto metterci in difficoltà perché sono molto tecnici e nel tiro libero sono molto precisi, e poi anche loro usano gli arbalete, come noi, cosa che un po’ mi preoccupava. Gli Ucraini invece potevano schierare Lagutin, un grande campione di pescasub e che da noi ha già vinto un Europeo di tiro un po’ di anni fa. Per fortuna era impegnato per preparare i mondiali di Pescasub a Vigo e quindi non ha partecipato. Comunque sono sicuro che i risultati ottenuti non sarebbero cambiati, ci sarebbe solo stato un po’ di suspance in più.
PSB: cosa ha rappresentato per te questa esperienza?
DL: E’ stata una prova nuova, diversa dal solito. Dovevo capire come far crescere in ogni atleta la fiducia nel gruppo e come mettere a disposizione di tutti la bravura dei singoli. Ho pensato che non avrei potuto dare dei consigli a dei campioni che non avevano niente da imparare, ma poi una volta a bordo vasca ho dovuto essere solo me stesso per far si che tutto andasse come avevo pensato.
PSB: Riguardo al futuro cosa vedi per questo sport?
DL: Ad essere sincero dopo questa competizione sono molto ottimista su una ripresa del Tiro al bersaglio sub a livello internazionale, la riunione tecnica fatta a Lignano con i team di Francia, Russia e Ucraina ha evidenziato la ferma volontà di proseguire su questa strada, tant’è che con molta probabilità già a settembre si potrebbe replicare con una gara in Francia.
PSB: Cosa faresti diversamente?
DL: E’ difficile da dire. Ho fatto tutto quello che era possibile in questo momento, ed è bastato per ottenere il massimo del risultato.
PSB: Cosa rifaresti allo stesso modo?
DL: Tutto, ad iniziare dai convocati, che hanno dimostrato grande serietà, e un forte e sincero attaccamento alla “muta” della Nazionale.

Francois Chauvel (atleta Nazionale Francese):
PSB: La première fois en Elite?
FC: Non cela fait 10ans que je suis dans l’équipe de France et c’est ma seconde rencontre internationale
PSB: Comment a-tu réagi à la convocation?
FC: Avec beaucoup de ferveur pour pouvoir nous rendre a cet évènement. Et beaucoup d’amertume sur le fait que notre fédération ne nous avait pas donner cette information
PSB: Comment êtes-vous senti au début de la première compétition?
FC: Avec une grande pression venant des autres athlète francais qui comptaient sur nous pour montrer le niveau Français
PSB: Es tu satisfait de la performance?
FC: Avec beaucoup de regret car nous pouvons faire beaucoup mieux mais contant de ne pas être loin du niveau international
PSB: Qu’est-ce a été cette expérience pour toi?
FC: Expérience tres enrichissante sur beaucoup de point (pratique, technique et amité)
PSB: Que pense-tu pour l’avenir dans ce sport?
FC: Je pense qu’il faut que l’on continue et que l’on relance le tir international au niveau européen dans un premier temps et apres au niveau mondial. La dynamique mise en place en 2008 est partie et il ne faut plus qu’elle s’arrête avec au moins une ou deux compétitions par ans

Sylvain Bentoubal (atleta Nazionale Francese):
PSB: La première fois en Elite?
SB: Je suis dans l’équipe de france depuis 2001, donc ce n’est pas nouveau pour moi.
PSB: Comment a-tu réagi à la convocation?
SB: J’étais à Vignola en 2008 pour la première rencontre, j’étais content de cette nouvelle convocation. cela montre que les compétitions internationales redémarrent.
PSB: Comment êtes-vous senti au début de la première compétition?
SB: Au début de la première épreuve, j’étais nerveux, même si ce n’était pas un championnat d’europe, c’est presque pareil. On représente les meilleurs des français, et on se doit de réussir pour notre nation.
PSB: Es tu satisfait de la performance?
SB: Je suis déçu de ma précision car lors de l’échauffement, je tirais bien. mais j’ai raté la seconde manche du tir de précision. En revanche, sur la staffeta, nous avons plutôt bien réussi!
Le biathlon aussi a été une réussite, je termine second derrière le champion d’italie Adriano ARGENTINO.
PSB: Qu’est-ce a été cette expérience pour toi?
SB: elle expérience, avec la rencontre des autres nations pour la première fois, des échanges sur le matériel, et les techniques.
PSB: Que pense-tu pour l’avenir dans ce sport
SB: Si les rencontres internationales se multiplient, nous pourrons alors faire un grand championnat d’europe dans quelques années. Nous nous entrainerons pour cela, et nous serons prêt le jour J.

Marco Albano (C.S.A. Ortigia Siracusa):
PSB: La prima volta in Nazionale?
MA: Si, è stata la mia tanto attesa prima volta..
PSB: Come hai reagito alla convocazione?
MA: L’ho accolta con immensa felicità, e grande soddisfazione per essermela guadagnata. È arrivata nel periodo più intenso dell’anno quanto ad allenamenti, per cui è stata una boccata d’aria fresca.
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara?
MA: Abbastanza tranquillo, sia alla prima che nelle altre. Da questo punto di vista non ho sofferto molto la tensione. Probabilmente negli ultimi anni sono migliorato molto sotto quest’aspetto.
PSB: Sei contento delle tue performance?
MA: Sinceramente no. A livello personale mi aspettavo di più in tutte le specialità, soprattutto nel biathlon, anche se, tra la convocazione e la gara, non c’è stato molto tempo per allenarsi alla diversa distanza di tiro in campo internazionale. Per questo credo ci sia qualcosa da rivedere a livello di regolamento nazionale. Cercherò di fare tesoro degli errori commessi per migliorarmi nel futuro. A livello di squadra invece sono molto contento, abbiamo vinto tutto. Del resto ed ho avuto la netta sensazione che sia stato sempre il gruppo a vincere.
PSB: Cosa ha rappresentato per te questa esperienza
MA: Il coronamento di tanti anni di sacrifici e il giusto premio per averci creduto sempre. Di contro è stata anche una discreta delusione, a livello di risultati, ma quelli si sa che nello sport vanno e vengono a volte indipendentemente dal nostro volere. La soddisfazione d’aver vestito l’azzurro invece mi rimarrà per sempre. Inoltre è stata una bellissima esperienza di gruppo, e un’occasione di confronto con gli atleti stranieri.
PSB: Riguardo al futuro cosa vedi per questo sport?
MA: Spero in un rilancio definitivo dell’attività internazionale. La nostra federazione si sta impegnando molto da questo punto di vista, ma non basta l’iniziativa di uno, ci vuole la collaborazione di tutti e quindi speriamo che alle prossime occasioni internazionali altri paesi si decidano a prendervi parte. A quel punto tutto il circuito ne guadagnerà e nel giro di qualche anno si inizieranno a vedere prestazioni ancora più elevate di quelle che si vedono oggi da noi.

Marusca Marini (Amici Apnea Bergamo):
PSB: La prima volta in Nazionale?
MM: Questa è stata la seconda volta che ho avuto il piacere di rappresentare ufficialmente tutti i miei compagni tiratori italiani. La mia prima convocazione mi raggiunse mentre stavo sopra un tetto. Al telefono era Tino e mi chiedeva se avessi potuto occupare il posto di Paola Violi nella delegazione di atleti italiani che avrebbero disputato alcune gare a Lille, in Francia, in concomitanza con la finale del campionato francese. In quel momento poco importava che la mia convocazione fosse un ripiego dovuto all’impossibilità di partecipare da parte di Paola. Era comunque una cosa grandiosa, da me vissuta, a pensarci ora sorrido, quasi in stile “chiamata alle armi”. Risolti allora come ora i problemi di tempo da sottrarre agli impegni di lavoro, fu cosi che nel 2009 partii con Scapellato e Meduri alla volta della Francia. Fu un’esperienza bellissima. Quest’anno ho avuto la possibilità di viverla in Italia con una folta squadra di autentici campioni di questo sport: i miei compagni di squadra!! E che squadra!!
PSB: Come hai reagito alla convocazione?
MM: Mi trovavo con mio marito in Germania per lavoro. Quel giorno trovai sul cellulare diverse chiamate perse… mmmhh prefisso di Roma?!..vuoi vedere che.. Poi il telefono squilla e rispondo. Dapprima è Tino, più tardi mi chiamerà anche Fabio Savi. Sono stata convocata. Farò parte del TeamAzzuro che incontrerà almeno altri 4 team stranieri in Lignano all’inizio di giugno. Che bella emozione: un mix tra orgoglio e timore di non avere tempo per prepararsi adeguatamente.
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara?
MM: Ho iniziato nel 2008 partecipando alla mia prima gara di tiro, possiamo anche dire… per puro caso… per gioco. Questo aspetto di piacere, di divertimento è stata la costante che in questi anni mi ha fatto proseguire. Ma in Nazionale i significati si moltiplicano e si amplificano. Se vestire la maglia della propria società sportiva è già una bella responsabilità, vestire la divisa della Nazionale è un vero e proprio onore: con tutte le gioie e anche le piccole preoccupazioni che ne conseguono.
PSB: Cosa ha rappresentato per te questa esperienza?
MM: Ringrazio Tino DeLuca e la federazione per avermi permesso di dare il mio contributo in maglia azzurra. Ringrazio soprattutto i miei compagni Primo, Marco, Stefano, Adriano e Giuseppe per tutto ciò che hanno saputo dare per tingere la nostra maglia di un azzurro dai riflessi sfolgoranti!!! (..e non mi riferisco solo alle meritate medaglie)

Adriano Argentino (Ocean Sub Augusta (SR)):
PSB: La prima volta in Nazionale?
AA: Ho già’ avuto un’esperienza con la nazionale nel 2008 a Vignola. In quell’occasione vinsi il tiro libero e la staffetta.
PSB: Come hai reagito alla convocazione?
AA: La aspettavo, ma non ero sicuro di essere convocato per le poche gare disputate quest’anno, solo due. Penso tuttavia che col titolo in possesso e due punteggi alti nel tiro libero il CT mi abbia dato la sua fiducia ed io per questo ho dato il massimo
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara
AA: Un po’ di tensione c’è sempre, ma l’esperienza accumulata negli anni mi è servita per autocontrollarmi
PSB: Sei contento delle tue performance?
AA: E come non potrei esserlo? tre ori nelle tre discipline… ancora non ci credo…
PSB: Cosa ha rappresentato per te questa esperienza?
AA: Portare i colori della nazionale addosso e vincere per l’Italia è un po’ il sogno di tutti. Un’esperienza indimenticabile, il raggiungimento di una meta.
PSB: Riguardo al futuro cosa vedi per questo sport?
AA: Spero tanto in una diffusione mondiale e che magari un giorno possa diventare disciplina olimpica. Molto spettacolare se fatta in modo da renderla visibile su mega schermi, con le dovute attrezzature e con le spiegazioni in diretta fatte da uno speaker preparato.

Primo Girolimetto (Amici Apnea Bergamo):
PSB: La prima volta in Nazionale?
PG: No sono stato ad Antibes 4 anni fa’ e anche a Modena quando sono venuti ospiti i Francesi.
PSB: Come hai reagito alla convocazione?
PG: Con orgoglio e soddisfazione!
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara?
PG: Bene, leggermente teso e con la voglia di far bene.
PSB: Sei contento delle tue performance?
PG: Non al 100%. Ho buttato “qualcosa” come tutti, chi più e chi, meno ma lo sport è così…
PSB: Cosa ha rappresentato per te questa esperienza?
PG: Senso di aggregazione verso i miei compagni (tutti fantastici) primo fra tutti il CT Tino Deluca, e senso del dovere verso il Tricolore.
PSB: Riguardo al futuro cosa vedi per questo sport?
PG: Ho la speranza che si possa espandere anche all’ Estero ma prima di tutto che possa essere più efficiente in Italia.

Giuseppe Meduri (Sub Club Brescia):
PSB: La prima volta in Nazionale
GM: No, per mia fortuna è la terza convocazione, dopo la bellissima esperienza di Vignola nel 2008 e quella altrettanto esaltante a Lille in Francia nel 2010.
PSB: Come hai reagito alla convocazione?
GM: Come per le altre due occasioni, la gioia è stata tantissima. La prima convocazione è un sogno che si avvera e che tutti gli sportivi di qualsiasi disciplina dovrebbero provare almeno una volta nella loro carriera, ma le successive rimangono il coronamento di un impegno, un’attestazione di merito e fiducia che gratificano moltissimo! In cuor mio lo speravo fortemente, anche perché i miei risultati delle prime selettive erano stati molto buoni, al punto da indurmi a disputare le successive dalla distanza di 4 metri nel Tiro Libero e Biathlon, rinunciando a possibili podi, ma consentendomi di raggiungere un livello psico-fisico adeguato all’impegno che sapevo sarebbe stato richiesto.
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara?
GM: Pur avendo “pagato dazio” in passato per la tensione di gara, questa volta ero molto sicuro di me ed ho affrontato tutte le fasi pre-gara con molta concentrazione e tranquillità, per cui ho avvertito delle sensazioni molto positive, forse per la prima volta ad un impegno che conta da quando pratico questo sport.
PSB: Sei contento delle tue performance?
GM: In previsione di questo impegno e del successivo Campionato Italiano mi sono allenato moltissimo, con grande intensità e molti sacrifici e rinunce, ma ho avuto modo di constatare che finalmente ho capito come gestirmi durante la stagione, arrivando alla competizione in uno stato di vera e propria grazia, insomma… ero prontissimo! Come gli altri compagni di Nazionale, potrei avere qualche motivo per recriminare contro l’errore di troppo o la cattiva sorte, ma alla fine non posso che essere soddisfatto delle mie performances individuali e di quella con la squadra B nella staffetta. Nel Tiro Libero, in particolare, dopo avere fatto le prove libere con condizioni di luminosità molto diverse da quelle della corsia di gara, ho chiuso la prima manche con un punteggio non proprio esaltante ed i tiri che tendevano ad andare in basso a sinistra.
Nella seconda manche l’esperienza, la tranquillità e la fiducia nel fucile mi hanno dato il coraggio di cambiare il punto di mira ottenendo un ottimo punteggio che mi ha permesso di vincere la medaglia d’argento, arrivando di soli 45 punti dietro al Campionissimo Adriano Argentino, vero ed indiscusso mattatore di questa gara internazionale. Nel Biathlon ho fallito l’obiettivo di mettere i 5 tiri a segno, sbagliando un tiro di pochissimi millimetri che mi avrebbe regalato la medaglia d’oro, ma fa parte del gioco e bisogna accettarlo. La Staffetta con i suoi nove tiri da effettuare, tre per ciascun atleta, non è facile per nessuno e la medaglia di bronzo rimane comunque un gran risultato.
PSB: Cosa ha rappresentato per te questa esperienza?
GM: Anche se faccio le gare di Tiro al Bersaglio Subacqueo ormai da più di otto anni, riesco ancora a stupirmi, imparando sempre cose nuove. Se come Nazionale Italiana abbiamo vinto tutte le competizioni, una grossa parte del merito bisogna riconoscerla al nostro Capitano, il Direttore Tecnico della Nazionale Tino De Luca. Tino ha avuto il grande merito di riuscire nell’intento di creare un gruppo di persone in ottima sintonia, senza mai farci sentire la pressione della competizione e facendosi carico di tutte quelle incombenze o piccoli disguidi che possono mettere in difficoltà un atleta, ma soprattutto senza mai creare competitività tra di noi. Inoltre, ha fatto di tutto per darci le motivazioni giuste per rendere al meglio delle nostre possibilità, ed i risultati tecnici si sono visti. E’ stato molto bello esultare tutti insieme per le vittorie, indipendentemente da chi le avesse conseguite.
PSB: Riguardo al futuro cosa vedi per questo sport?
GM: Avendo avuto il privilegio di seguire da vicino l’operato della Federazione negli ultimi anni, devo riconoscere che il settore Attività Subacquee sta compiendo un grosso sforzo per rilanciare il Tiro al Bersaglio Subacqueo a livello internazionale, avendo ospitato ed organizzato dal 2008 ad oggi ben tre eventi che hanno coinvolto federazioni di altri paesi ed inviando una delegazione di atleti in Francia nel 2010. Sembra anche che i paesi dell’est Europa e non solo, oltre alla Francia con cui già da anni la collaborazione è fattiva e consolidata, siano entrati nella giusta ottica di collaborazione per conseguire l’obiettivo comune di fare nuovamente riconoscere questo sport dalla CMAS e consentire l’organizzazione di gare internazionali ufficiali sotto l’egida dalla Confederazione Mondiale. Considerate le ottime premesse alla riunione tecnica che la nostra Federazione ha tenuto con i rappresentanti delle altre Nazioni presenti a questo Trofeo Internazionale, sono molto fiducioso. Bisogna comunque continuare a spingere sulla promozione in Italia ed a fidelizzare il popolo degli atleti di recente acquisizione, puntando su quelli giovani, affinché il livello tecnico continui a crescere anche nei prossimi anni.

Stefano Oggioni (Ami Sub Milano)
PSB: Come hai reagito alla convocazione?
SO: Quando ho ricevuto la convocazione non ci credevo, era la mia prima volta, ero felicissimo e l’ho subito dovuto dire ad amici, colleghi e parenti. Da li in poi il panico.
PSB: Come ti sentivi al via della prima gara?
SO: Al via della prima gara ero stranamente tranquillo e ben concentrato.
PSB: Sei contento delle tue performance?
SO: Sono abbastanza contento delle mie performance, ma mi è dispiaciuto mancare il podio individuale.
PSB: Cosa ha rappresentato per te questa esperienza?
SO: Spero di aver dato il mio piccolo contributo, ho dato il massimo che avevo in quel momento. Un’esperienza indimenticabile che mi ha cambiato, spero da ripetere e spero con compagni come questi con cui mi sono trovato benissimo. Grazie a tutti.
PSB: Riguardo al futuro cosa vedi per questo sport?
SO: Spero che si riesca a mettere d’accordo, in tempi rapidi, almeno 6 o 7 Nazioni, e partire con un programma di gare internazionali riconosciute dalla CMAS.

GLI HIGHLIGHTS:
– la più osservata: Daria Tereschuk (Ucraina), anche grazie alla sua bellissima muta mimetica
– Il più teso: Marco Albano, prima della prova di Biathlon sarebbe stato possibile suonarlo, grazie ad un archetto, come un violino.
– Il più contento: Adriano Argentino, inutile dire il perché.
– La più chiacchierona: Milena Mezhuieva (Ucraina), non faceva in tempo a riemergere dall’apnea che cominciava a parlare senza sosta in inglese.
– La più tecnica: Svitlana Mayorova (Ucraina), continuava a girare tra atleti ed attrezzature cercando di prendere spunti, facendo domande, molto attenta ed interessata.
– I più calorosi: Di sicuro gli atleti Ucraini che facevano diverse ore di acqua senza nessuna protezione oltre al normale costume da bagno.
– I più alti: i tre atleti Francesi
– L’attrezzo più osservato: sicuramente la maniglia a ventosa del nostro CT, per le sue temibili dimensioni.
– Il più “grosso”: sicuramente l’atleta Russo, incuteva timore, ma utilizzava una ventosina grande solo pochi centimetri per ancorarsi sul fondo.

Un commento

  1. Tino de luca ha detto:

    Bravissimo Stefano,bell’articolo…. non sei solo un campione ma anche un ottimo giornalista!!!!!

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